La ripresa dei lavori oggi alla presenza del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. Libererà Santa Maria Novella dai treni veloci migliorando anche la capacità della rete e potenziando l’offerta del 50% in più
Entro il 2028 Firenze avrà una nuova stazione per l’Alta Velocità, “Belfiore”, liberando così Santa Maria Novella dal “traffico” in entrata e in uscita dei treni veloci, lasciandola dunque a disposizione per il traffico locale e interregionale e aumentando la capacità della rete potenziando così l’offerta del 50% in più. Ci sarà una nuova fermata, Firenze Circondaria, raggiungibile con un percorso pedonale che metterà in connessione la Rete Regionale.
Il via alla ripresa dei lavori dopo dieci anni di stop a causa di vicissitudini varie fra cui magistratura e fallimenti delle imprese che dovevano eseguire i lavori è stato dato questa mattina alla presenza del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, presenti anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, il Governatore toscano Eugenio Giani, l’Ad del Gruppo FS Italiane Luigi Ferraris e Carlo Luzzatto Ad di Impresa Pizzarotti & C. Dopo l’accensione della fresa, è previsto per l’estate 2023 l’inizio dello scavo, durante il quale saranno svolti in contemporanea i lavori di realizzazione della stazione Belfiore. L’evento ha costituito l’occasione per avviare anche in Toscana il progetto “Cantieri Parlanti” per raccontare in maniera trasparente le attività e le finalità dell’opera e confrontarsi con le comunità locali.
“Il nodo di Firenze rappresenta un anello cruciale per la mobilità collettiva fiorentina e nazionale”, ha detto Ferraris, perchè oggi “qualunque inconveniente tecnico sul nodo fiorentino produce pesanti effetti sulla circolazione ferroviaria nazionale, come abbiamo avuto modo di vedere recentemente. Lavoriamo per assicurare ai fiorentini di oggi e domani una infrastruttura sostenibile, che conservi le peculiarità della città e rechi benefici alla mobilità dell’intero Paese. È un momento chiave per il futuro di quest’opera attesa da troppo tempo”, Il passante e la stazione Belfiore hanno attraversato tanti momenti critici e stop&go nel corso degli anni: ma oggi riprendiamo questo percorso con determinazione e ottimismo, un ottimismo che ci deriva dal sostegno convinto del governo, delle amministrazioni regionale e comunali”. Questa è un’opera strategica per la mobilità cittadina, nazionale, e anche europea perché è parte integrante del corridoio scandinavo-mediterraneo Ten-T che attraversa la penisola”.
La nuova stazione ‘Firenze Belfiore’, progettata da Foster & Partners e Ove Arup & Partners sarà una struttura di circa 450 metri di lunghezza e cinquanta di larghezza, con un’estensione di 45mila metri quadrati, posta su quattro livelli, fino a venticinque metri sotto il livello stradale. La copertura si eleverà per circa diciotto metri in altezza e sarà in acciaio e vetro, così da consentire alla luce naturale di illuminare anche il livello più basso, dove fermeranno i treni veloci. Foster l’aveva progettata vent’anni fa, quando aveva 67 anni. Oggi ne ha 87 e l’augurio, con una buona dose anche di scaramanzia, è che al contrario di Isozaki e della sua Loggia agli Uffizi possa riuscire a vederla finita.
La nuova fresa, avviata oggi comincerà a scavare da giugno, si chiama Iris e in un anno e mezzo dovrebbe arrivare dall’altra parte a Belfiore passando sotto piazza Libertà e la Fortezza da Basso. Non prima di gennaio 2024 poi dovrebbe iniziare a scavare anche la seconda fresa, sempre da Campo di Marte, per il secondo dei due tunnel, parallelo al primo. L’interconnessione con Santa Maria Novella e con l’area urbana avverrà grazie a diverse modalità di trasporto: il nuovo people-mover, la linea 2 del sistema tramviario cittadino già in esercizio e i bus urbani, opportunamente potenziati. Mentre la nuova fermata ferroviaria Circondaria, raggiungibile con un percorso pedonale, consentirà la connessione con la rete Regionale. “Spero che le infrastrutture nei prossimi anni uniscano il Paese – ha aggiunto Salvini -: la politica ha il dovere di dividersi su alcuni temi e scelte, ma le infrastrutture devono unire la politica e il Paese, se ci mettiamo a litigare non facciamo un buon servizio al Paese. Il riavvio dei lavori e la stazione nuova sono “la dimostrazione che nulla è impossibile. Oggi siamo a riavviare una macchina complessa che ci auguriamo, anzi, siamo sicuri, che in cinque anni porterà a compimento lo scavo di 7 km. Tutto ciò si può fare ascoltando i territori, e spiegando: la compatibilità ambientale è fondamentale, Firenze ha un tessuto e un sistema viario molto articolato. Separare le linee è fondamentale. La Tav riguarda non più del 20% degli utenti: l’80% usa regionali, Intercity, fa il pendolare”.
Ma tutta l’operazione, come ha ricordato il sindaco Nardella, prevede anche fondi per una serie di interventi cittadini: tra questi la nuova strada tra viale Rosselli e via Pistoiese, il nuovo ponte alla Certosa del Galluzzo al posto del ponte bailey, un nuovo parcheggio in via Bolognese, la riqualificazione dell’area del giardino della Bizzarria. Nei cantieri lavoreranno a regime circa quattrocento persone al giorno: il cantiere della fresa sarà operativo h24, sette giorni su sette e in via Circondaria è attivo da oggi un ‘infopoint’ dove i cittadini potranno verificare l’avanzamento dei lavori. Quanto alle terre di scavo, un milione e mezzo di metri cubi previsti, confluiranno nella ex cava di lignite del sito di Santa Barbara, a Cavriglia, nell’Aretino. “Il nuovo passante – ha aggiunto Giani – riconnetterà completamente Firenze all’alta velocità. E con la nuova stazione Belfiore avremo un radicale cambiamento del funzionamento dell’alta velocità ferroviaria tra Milano e Roma. L’inizio di questo cantiere è veramente una svolta nel sistema dei trasporti nazionali. Non avremo più la strozzatura del nodo ferroviario di Firenze, con vantaggi indubbi anche per il traffico dei treni pendolari”.
Fuori dal cantiere un piccolo presidio di protesta a cura del Comitato No Tunnel Tav di Firenze che ha annunciato anche la ripresa della mobilitazione per contrastare l’opera. “Nessuno dice che la fresa ancora non è completa – afferma il Comitato – Ancora non ci sono i conci per rivestire la galleria, sono da fare lavori di consolidamento a edifici, si deve sostituire il Ponte del Pino (che, se si scavasse davvero, avrebbe altissimi rischi di collasso), ancora non c’è il progetto rivisitato della stazione, manca la Valutazione di impatto ambientale per la stazione ai Macelli, si tace sui reati consumati per questo progetto e di dimentica che con una spesa infinitamente minore e senza problemi si potrebbero potenziare le linee di superficie per i pendolari”.