Si tratta della copia il cui originale è custodito nella Sala dei Gigli. Il restauro iniziato lo scorso settembre. Nardella: “Rinascono i gruppi scultorei della piazza, spero nella valorizzazione anche della Loggia dei Lanzi”
E’ tornata nei giorni scorsi al suo posto dopo il restauro la statua bronzea di Giuditta e Oloferne: tramite una gru è stata collocata di nuovo sul basamento sull’arengario di Palazzo Vecchio in piazza della Signoria. La statua è la copia dell’originale di Donatello conservato nella Sala dei Gigli del Palazzo.
Il restauro, iniziato nel settembre scorso, fa parte di un accordo tra il Comune di Firenze e la maison fiorentina Salvatore Ferragamo S.p.A. che, tramite Art Bonus, ha elargito un’erogazione liberale di oltre un milione di euro. Il progetto complessivo, che ha seguito quello che ha portato al restauro della maestosa fontana dell’Ammannati in piazza della Signoria (terminato nel 2019), ha già visto ultimati i restauri del David di piazzale Michelangelo e della copia del capolavoro michelangiolesco posta all’ingresso di Palazzo Vecchio. Stanno proseguendo poi i restauri di Ercole e Caco di Baccio Bandinelli – sempre all’ingresso di Palazzo Vecchio – e dell’imponente statua equestre di Cosimo I, opera bronzea del Giambologna collocata in piazza della Signoria, tutt’ora smontata.
“Tra pochi mesi – dichiara il sindaco Dario Nardella, che ha compiuto un sopralluogo ai cantieri in corso – avremo i gruppi scultorei di piazza della Signoria rimessi a nuovo grazie ad accurati restauri che stanno togliendo l’usura del tempo e i danni dell’esposizione agli agenti atmosferici. Un modo per prendersi cura della nostra città e dei nostri capolavori artistici con il supporto fondamentale della maison Ferragamo, da anni al nostro fianco per tutelare questo patrimonio. Mi auguro che anche la Loggia dei Lanzi possa essere presto valorizzata nel modo più adeguato per avere una piazza davvero bellissima come Firenze e il mondo meritano”.
I restauri sono diretti dal Servizio Belle Arti del Comune, con l’alta sorveglianza a cura della SABAP Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (funzionaria dott.ssa Maria Maugeri); e sono eseguiti da Cooperativa Archeologia con i restauratori Nicola Salvioli (restauro del David e delle parti in bronzo) e Stefano Landi (materiali lapidei) con il supporto del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per le indagini diagnostiche. La statua raffigura l’eroina biblica nell’atto di decapitare Oloferne, generale del re assiro Nabucodonosor che assediava la città di Betulia. I tre rilievi con scene bacchiche posti sul piedistallo triangolare alludono all’ebbrezza di Oloferne causata dal vino offertogli da Giuditta che si era offerta come prigioniera e poi, condotta nella sua tenda, lo aveva decapitato. Il restauro ha rimosso lo sporco e i depositi incoerenti superficiali e ha messo in sicurezza e consolidato le superfici decoese.
Il bronzo è stato trattato con inibitori della corrosione. I lavori a Ercole e Caco e alla statua equestre di Cosimo I saranno ultimati entro l’estate.