L’ex assessore all’urbanistica rimossa oggi da Nardella. “Non basta cambiare pelle a livello nazionale se le stesse logiche perdurano sul territorio”. M5S: “Non siano i cittadini a fare le spese del caos politico che regna a Palazzo Vecchio”
“Appare chiaro, lo si capisce dai fatti che hanno preceduto la decisione odierna, che la polemica sul passaggio della tramvia in piazza Duomo” è stato un pretesto per compiere una manovra di cui si è letto sui giornali nei giorni scorsi, cioè il rimpasto di giunta“. Sono dure le affermazione di Cecilia Del Re, ex assessore all’urbanistica del Comune di Firenze che questo pomeriggio ha incontrato i giornalisti al Conventino per commentare la decisione presa dal sindaco Dario Nardella il quale questa mattina l’ha rimossa dalla Giunta (https://www.lamartinelladifirenze.it/salta-del-re-nardella-avoca-a-se-le-sue-deleghe/).
“Ho appreso la notizia dagli organi di stampa – spiega – non sono riuscito a parlare con lui, gli ho chiesto un incontro, ho provato a chiamarlo, ma senza successo. Ringrazio coloro che si sono mobilitati in modo trasversale, e si sono dissociati, anche nell’area Schlein. in molti mi dicevano che la resa dei conti era stata solo rinviata. Mi auguravo che così non fosse, e che si potesse aprire una nuova stagione per il Pd anche a livello territoriale“. Tuttavia, ha concluso Del Re, “non basta cambiar pelle a livello nazionale se le stesse logiche perdurano a livello locale: il gesto odierno, i toni di questi giorni, non sono un bel messaggio che parte da Firenze. Firenze è una città importante nel panorama nazionale, considerato anche che questo è un momento importante per il nostro partito, si apre una nuova fase con una nuova segreteria. Ecco, lancio quindi un nuovo auspicio a lavorare insieme e in unità e armonia. Continuerò a dare il mio apporto per la città per nuovi progetti, nuove iniziative, supportando una visione innovativa di Firenze”. Rispondendo ai giornalisti che le chiedevano di una eventuale candidatura alle amministrative del 2024, Del Re ha precisato che “su questo non mi sembra sia la giornata oggi per fare riflessioni, manca tanto tempo”. Ma ha aggiunto: “In vista del 2024 potevo essere un po’ più ingombrante, è stata sicuramente un po’ anche questa la questione”.
E non si fanno attendere le reazioni dei gruppi politici a questo terremoto che nelle ultime 48 ore sta letteralmente sconquassando la politica fiorentina. “Non siano i cittadini a fare le spese del caos politico totale che in questo momento regna a Palazzo vecchio”. E’ l’appello che rivolgono Roberto De Blasi e Lorenzo Masi, rispettivamente capogruppo e consigliere M5S. “Il caos totale regna in Palazzo Vecchio – attaccano entrambi -, per prese di posizione per il futuro erede alla candidatura di sindaco della città di Firenze, questione che nel merito non ci interessa, mentre ci interessa il tema della delega dell’urbanistica che oggi è nelle mani del sindaco il quale di impegni ne ha fin troppi. I cittadini sono sempre i primi a rimetterci per questioni di potere, ora ci aspettano ottanta giorni per le osservazioni sul POC: sarà in grado di gestire anche questa partita l’amministrazione senza più l’assessore? Troppi cambi di giunta si sono susseguiti in questi anni, e questo non è ammissibile perché implica una discontinuità dei lavori dell’amministrazione che ormai è ben visibile a tutti”.
Durissima anche la presa di posizione di Sinistra Progetto Comune con Antonella Bundu e Dmitrij Palagi i quali “accusano” Nardella di “ragionare come un monarca assoluto, prima della rivoluzione francese. Lui è stato eletto, il Consiglio comunale invece è un luogo in cui occasionalmente qualche decina di persone sceglie di passare il lunedì pomeriggio. Ha parlato di fiducia, lealtà, sincerità e affidabilità. Nel giro di un paio di giorni un percorso di anni e anni si sarebbe dissolto, per una dichiarazione. E dovremmo crederci?”. Per i due esponenti di minoranza il sindaco “dispone della Giunta per valutazioni soggettive e individuali. Non concepisce la politica come uno spazio in cui si agisce collettivamente, in questo forse ambisce a imitare Matteo Renzi, che non a caso è quello che ha detto no alla tramvia in piazza Duomo. Ricordiamo come sia stato messo alla porta l’Assessore Martini, per questioni interne alla Segreteria nazionale del PD. Ricordiamo come l’Assessore alla Cultura sia passato da Firenze, per essere rilanciato a Milano. Ricordiamo come la Vicesindaca Giachi e l’Assessore Vannucci siano stati rivendicati, nella loro elezione in consiglio regionale, come risultato del Sindaco”. Poi l’affondo finale, al vetriolo: “In questa consiliatura pensiamo sia andato in scena uno spettacolo respingente e volgare. Riteniamo che Palazzo Vecchio abbia un problema di cultura politica legato a questo Sindaco e a quello precedente