Nella sua ultima opera lo scrittore britannico, vincitore del Booker Prize, affida ai suoi lettori un lavoro di sconvolgente maestria e luminosa intensità emotiva
Chi è Roland Baines? Il giovane prodigio del pianoforte il cui straordinario talento è stato frustrato dai soprusi di un’insegnante, o l’indolente musicista di piano-bar che ha rinunciato alle sue ambizioni per pavidità? È il figlio di genitori intransigenti ma amorevoli, o il fratello di bambini come lui defraudati dei loro diritti da una madre degenere? È il marito di una donna spietata che immola gli affetti più cari alla sua arte, o è il soffocante groviglio di bisogni che l’ha costretta alla fuga? È tutte queste cose insieme forse, individuo poliedrico come il secolo che la sua vita attraversa?
Questo è “Lezioni”, il nuovo romanzo di Ian McEwan edito da Einaudi che lo scrittore britannico vincitore del Booker Prize presenterà a Firenze mercoledì 22 marzo alle 18.30 presso il Teatro Niccolini (via Ricasoli 3), in dialogo con l’autrice Gaia Manzini. L’iniziativa, nell’ambito degli incontri de La città dei lettori, progetto a cura di Fondazione CR Firenze e Associazione Wimbledon APS con la direzione di Gabriele Ametrano, è in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Firenze. Nella vita senza qualità del suo ultimo personaggio, McEwan ha disegnato il profilo del nostro tempo tragico e inquieto, affidando ai suoi lettori un lavoro di sconvolgente maestria e luminosa intensità emotiva (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.lacittadeilettori.it).
Figlio del capitano Robert Baines, autoritario veterano della Seconda guerra mondiale ora di stanza in Nord Africa, e di sua moglie Rosalind, Roland il protagonista del romanzo fatica a capire perché a soli undici anni gli tocchi lasciare le pietre calde e la pazza libertà di Libia, e il fianco tiepido di sua madre, per affrontare un’istruzione rigorosa e solitaria nella fredda Inghilterra. Là faticherà a capire che cosa voglia da lui Miss Miriam Cornell, la temibile insegnante di pianoforte del collegio, che punisce le sue manchevolezze con pizzicotti dolorosi e imbarazzanti e premia i suoi successi con languidi baci sulla bocca, e con gli uni e gli altri in egual misura lo terrorizza e lo attrae.
Sarà poi la sua moglie anglotedesca Alissa a confonderlo e straziarlo quando, a pochi mesi dalla nascita del loro bambino Lawrence, abbandonerà marito e figlio al loro destino senza una spiegazione. Roland passerà il resto della vita a interrogarsi su di sé e sulla «natura del danno» che le tre donne – madre, insegnante, moglie – gli hanno procurato. Dalla Crisi dei missili di Cuba alla caduta del Muro di Berlino, dalla glasnost al thatcherismo, dall’invasione dell’Iraq alla pandemia da Covid, Roland pare fluttuare da un’esperienza alla successiva a motore spento, sospinto dalla sola forza dei venti. Ma strada facendo qualche lezione la impara, se alla fine di tutto può approdare a una nuova curiosità d’amore, portato dalla mano piccola di una bambina in cui depositare una lunga eredità.