Pubblichiamo integralmente la lettera di risposta inviata all’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re dal Comitato Vitabilità che in queste settimane sta ingaggiando una dura lotta a suon di firme (un migliaio quelle già raccolte) per dire no al progetto di riqualificazione di Campo di Marte (collegato a quello del restauro dello Stadio Franchi) che secondo il comitato stravolgerebbe la stessa essenza del quartiere più verde e sportivo della città con l’arrivo di un albergo, un centro commerciale e la nuova linea della tramvia
Spettabile Assessora,
abbiamo ascoltato con attenzione il suo intervento in sede Commissione Urbanistica dell’ 8 febbraio, e siamo, francamente rimasti amareggiati e adirati per alcune considerazioni che sono state da lei espressi nei confronti della cittadinanza. Dopo una lunga relazione tecnica basata comunque sul rendering del Campo di Marte, dato che al momento non ci risulta alcun progetto definitivo sul quale appuntare le attenzioni, lei fa un’ osservazione che certo non è sfuggita a nessuno degli ascoltatori e tantomeno a noi, quel concetto altamente offensivo che è quello di accompagnare i cittadini nel cambiamento, reputando questi ultimi non in grado di percepirne appieno il significato e gli effetti taumaturgici che ne deriveranno per il quartiere e la città intera.
I greci antichi designavano questo atteggiamento come “ubris”, cioè tracotanza, la pretesa di intestarsi il ruolo di demiurgo che plasma la realtà ad uso e consumo di una massa amorfa di individui destinata ad essere guidata con perentorietà e disprezzo. Da questo aspetto emerge con chiarezza la visione del mondo di Palazzo Vecchio, che non ammette e non tollera interlocutori, ma soltanto sudditi, usando i toni ormai scontati della comunicazione assertiva per confinare ogni tipo di refrattarietà al pensiero unico nel limbo dell’ ignoranza; ma quale democrazia non trae la propria ragion d’essere dal confronto critico, il contraddittorio e gli inevitabili conflitti che ne conseguono?
Giocare con le parole è un atto scorretto, attribuire un valore positivo a termini quali cambiamento, riqualificazione o ricollocazione è una manipolazione concettuale destinata a creare divisioni fittizie fra vecchio e nuovo, progresso e conservazione, che nulla hanno a che fare con l’ analisi nel merito e la sostenibilità dei progetti, denota solo la paura che il potere ha dell’allargarsi dell’informazione e dei dubbi che da essa derivano. Anche lo stesso concetto ripetuto più volte di crescente attrattività cosa significa, che oltre all’arrembaggio dei tifosi in occasione delle partite si auspica un afflusso continuo di persone, così da collassare del tutto il quartiere, oltretutto penalizzato dalla drastica riduzione della viabilità che la risistemazione vorrebbe mettere in atto? Come si evince da quanto riportato anche dai quotidiani in questo periodo, a noi, oltre lo snaturamento della vocazione residenziale del quartiere, è tutto il progetto a risultare inaccettabile, in primis la nozione di città policentrica, un’ ipotesi raggelante se si pensa cosa è diventato il centro storico fiorentino, fra espulsione dei residenti, turistificazione selvaggia e snaturamento di fatto…Siamo fortemente critici nei riguardi della tramvia, un progetto calato dall’ alto, come da copione, invadente, costosa, un nonsense urbanistico, presentata come unica opzione di trasporto pubblico (TRAMVIA OVUNQUE!) anziché aver avviato un autentico dibattito pubblico preventivo atto ad individuare le soluzioni di trasporto più consone al territorio coinvolgendo competenze esterne ed autonome di chiara esperienza.
Nulla di tutto questo, come mai è stato messo in atto un percorso condiviso con la popolazione sul disegno nel suo complesso, nonostante l’ergersi della Amministrazione a paladina dell’ ascolto dei cittadini (!).
La salutiamo ricordando a codesta amministrazione:
che il progetto promesso era a “cemento 0”, qui abbiamo più di 10.000 mq di strutture da mettere in piedi, che avete fatto entrare, alla chetichella, nel progetto di restauro dello Stadio Franchi e che non trovano giustificazione dal momento che il restauro è finanziato con i soldi pubblici del PNRR;
che la città green non può ammettere l’abbattimento di più di 400 alberi adulti, sani, che costituiscono l’arredo urbano storico del quartiere con la promessa che saranno sostituiti, le abbiamo già viste le vostre sostituzioni, e non ci piacciono;
che il rapporto costi/benefici della tramvia non è giustificabile in un quartiere servito già dalla ferrovia che in 7 minuti dalla stazione di Campo di Marte lo collega alla stazione centrale e che basterebbe un’alternativa su gomma, dotata di preferenziale, per collegarsi alla rete dei viali;
che la tutela dei nostri negozi di vicinato è per noi una priorità, sia per le attività economiche ma anche e soprattutto per il collante che esercitano all’interno del tessuto sociale del quartiere, l’azione di controllo del territorio e la generale vivacità che generano;
che i comitati di cittadini nascono quando non c’è informazione né condivisione da parte dell’amministrazione verso i cittadini e in un progetto tanto importante l’informazione e la condivisione avrebbe dovuto essere un imperativo, la città non è proprietà dell’amministrazione (che è pro tempore), qui ci abitiamo noi e dobbiamo e vogliamo avere voce in capitolo;
che le inesattezze che ci attribuisce non sono nostre ma del rendering-spot del 18 novembre 2022 presentato (non discusso) al Mandela alla presenza del Sindaco Nardella che noi ci siamo limitati a leggere e di cui aspettiamo i piani definitivi.
Ci farebbe veramente piacere se ci accordasse un incontro per discutere questi ed altri punti con lei e cominciare così un progetto realmente partecipato e condiviso.
Cordialmente, Comitato Vitabilità, scritto a più mani.