Due i quesiti referendari di Firenze Citta Aperta per abolire la norma che favorisce gli studentati di lusso e quella che consente agli edifici già adibiti a servizi pubblici di passare senza pianificazione urbanistica alla destinazione direzionale
Una raccolta firme per lanciare il ‘Referendum Salviamo Firenze’, due quesiti referendari comunali su norme urbanistiche per impedire che “i ricchi del mondo si comprino Firenze”. L’iniziativa ha preso il via stamattina in piazza de’ Ciompi, dove Firenze Città Aperta ha allestito un gazebo per la raccolta delle firme. “La cittadinanza – spiegano i promotori – assiste da anni a un processo a svuotamento di Firenze, con grandi realtà private pronte a comprarsi un pezzo di città alla volta. La conseguenza di medio periodo è l’espulsione progressiva della residenza da ampi pezzi di città e lo scivolamento verso una città ‘esclusiva’ in cui sarà sempre più difficile vivere lavorare, studiare, anche per chi fino ad ora ce la faceva”. Per aprire una discussione su questi temi Firenze Città Aperta ha lavorato su due quesiti referendari con cui si propone l’abolizione di due norme simboliche: quella che favorisce gli studentati di lusso, permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra, che si aggiunge alla quota del 49% di attività alberghiera resa possibile dalla normativa nazionale; e la norma che consente agli immobili prima adibiti a servizi pubblici di passare senza pianificazione urbanistica alla destinazione direzionale, in cui rientrano anche gli studentati.
Presenti al banchino delle sottoscrizioni anche Sinistra Progetto Comune e Movimento Cinque Stelle con i loro rappresentanti a Palazzo Vecchio. “Lo scopo dell’iniziativa – spiegano Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Roberto De Blasi e Lorenzo Masi – è tutelare Firenze, abolendo la possibilità per gli studentati di svolgere attività turistico ricettiva e rendendo più difficile la possibilità di cambiare la destinazione d’uso di immobili usati per servizi pubblici. Come rappresentanti delle istituzioni cittadine eravamo presenti per autenticare le prime cento firme, necessarie per il deposito in Comune. Dovrà seguire un parere di ammissibilità, da ottenere entro due mesi. Poi partirà la fase per raggiungere le 10.000 sottoscrizioni. Si tratta di una proposta cittadina che deve crescere dal basso, con convergenze e finalità non elettorali. Lo diciamo chiaramente, aspettandoci di vedere tante altre forze politiche esprimere il loro sostegno. Pensare di salvare Firenze investendo sulla residenza temporanea e senza un vero ruolo del pubblico è un’illusione, nella migliore delle ipotesi”.