Al Cantiere Florida il Premio Ubu si esibisce in “Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa” mentre al Teatro delle Arti tra musica, racconto e verità storica rivive il dramma di uno dei cantautori più amati
Sarà la regia di Eugenio Barba, fondatore dell’Odin Teatret e figura iconica del panorama contemporaneo a concludere, giovedì 1 dicembre alle 21.00 presso il Teatro Cantiere Florida a Firenze (via Pisana 111R), la seconda parte del Festival Materia Prima 2022. In scena “Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa” firmato insieme all’attrice Julia Varley e al premio Ubu Lorenzo Gleijeses, che ne è anche l’interprete, ispirato alle “Metamorfosi” di Kafka. Uno spettacolo in cui si intersecano tre diversi nuclei narrativi: elementi biografici dello stesso Kafka, la vicenda del protagonista de “La Metamorfosi” – Gregorio Samsa –, e la storia di un immaginario danzatore omonimo che rimane prigioniero della ripetizione ossessiva dei propri materiali performativi in vista di un imminente debutto.
Eugenio Barba accompagna Lorenzo Gleijeses da anni intercettando ed esaltando le qualità e le intuizioni di un percorso di formazione e conoscenza contaminato con il metodo della storica compagnia di Hostelbro e nato all’interno dell’Odin quando il danzatore era ancora un ragazzo. Risultato di questo cammino sono stati spettacoli, incontri e seminari in Italia e in Europa che hanno cementato e rafforzato il rapporto unico tra Barba, Varley e Gleijeses, fino a questo spettacolo prodotto da Teatro Biondo, Gitiesse Artisti Riuniti e Nordisk Teaterlaboratorium. “Gregorio Samsa è convinto che attraverso una ripetizione ossessiva delle sue partiture sia possibile arrivare ad un altro livello di precisione tecnica e di qualità interpretativa – spiega Gleijeses – ma, di contro, il suo perfezionismo lo catapulta in un limbo in cui si erodono i confini tra reale e immaginario, lavoro e spazio intimo, tra teatro e vita quotidiana. Si scontrano, allora, le esigenze del mondo esterno e le sue profonde necessità personali. Samsa ripete le sue sequenze coreografiche, come un novello Sisifo, per una pulsione psicopatologica? Oppure è semplicemente mosso dal desiderio di spingere al massimo i risultati del suo lavoro e dal sogno utopico di superare i limiti imposti dalla sua natura umana?”.
La vita di un cantautore romantico e dannato, il suo sguardo glaciale, così vero, così diverso dai colleghi patinati dello star system della musica italiana. In programma venerdì 2 dicembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze), lo spettacolo “Ciao amore ciao”, si muove attorno alla figura di Luigi Tenco, tra musica, parole e ricerca storica. Il 27 gennaio del 1967, mentre tutta l’Europa si apprestava a vivere un grande periodo di contestazioni, a Sanremo, un paese sospeso tra il sogno e la realtà a pochi chilometri dalla costa azzurra francese, durante il Festival della canzone italiana, Luigi Tenco veniva trovato cadavere in una stanza del lussuoso albergo Savoy. Finiva così la sua personalissima rivoluzione, liberando definitivamente ogni dubbio sulle sue qualità artistiche e proiettandolo nel paradiso dei grandi miti della storia della musica italiana… Il suo è stato un suicidio o un omicidio?
Rimane certo che la sua esistenza in vita abbia donato a tutta la musica italiana un’immensa eredità artistica. Lo spettacolo ha un taglio cinematografico e la narrazione è unita a momenti in cui la messa in scena entra in “quarta parete”, rivivendo a pieno l’emozioni e le atmosfere di quegli anni. Scritto da Asini Bardasci e Fabiola Fidanza, lo spettacolo vede sul palco Filippo Paolasini, Lucia Bianchi, Alessandro Centolanza, Andrea Jimmy Catagnoli e Lucio Matricardi. Scrittura scenica di Filippo Paolasini, regia Asini Bardasci. Inizio ore 21, biglietti da 5 a 15 euro, riduzioni per over 65, under 26, soci Coop, soci, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso. Prevendite su www.ticketone.it e nei punti vendita di Boxoffice Toscana www.boxofficetoscana.it/punti-vendita, e la sera di spettacolo dalle 19.