Sarà sul modello di quello utilizzato per l’ex Lupi di Toscana. Del Re: “Rimediare all’errore di aver posto il carcere in un vuoto urbano”. Di Puccio: “Ma si individui al più presto un edificio per la semilibertà”
Riqualificare e ridare dignità all’area circostante il carcere di Sollicciano-Gozzini attraverso un percorso di partecipazione e un concorso internazionale di idee per individuare le funzioni urbanistiche da inserire nel nuovo Piano operativo comunale. E’ l’obiettivo dell’accordo tra Comune di Firenze, Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e Comune di Scandicci, presentato dall’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re, con il vicesindaco del Comune di Scandicci Andrea Giorgi, la responsabile scientifica della ricerca per il Dipartimento Camilla Perrone, il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, il Garante dei detenuti Eros Cruccolini, la direttrice del Carcere Antonella Tuoni, il consigliere delegato al carcere Stefano Di Puccio, il direttore della Fondazione Michelucci Andrea Aleardi e il presidente dell’associazione Pantagruel Giuseppe Matulli.
“L’obiettivo del percorso è quello di rimediare all’errore di aver collocato questo carcere al margine del territorio in un vuoto urbano – ha detto l’assessore Del Re -, dando vita a un recupero in grado di ridare dignità a un’area che necessita di cura e attenzione e di contrastare il processo di periferizzazione e messa ai margini che ha interessato tutta la zona. Lo faremo sul modello che ha già funzionato per l’ex caserma Lupi di Toscana, consentendo di individuare le funzioni migliori per l’area e portando poi a un progetto capace di interpretare al meglio la pianificazione di quella parte di città, in un ruolo di cerniera tra Firenze e Scandicci”.
Come avvenuto nel 2015 per l’ex caserma Lupi di Toscana, i risultati del percorso di partecipazione saranno la base per definire i contenuti del bando di concorso internazionale di idee. Obiettivi dell’accordo sono: l’inclusione sociale e partecipazione in contesti marginali di particolare sofferenza urbana; la giustizia spaziale in ambiti urbani caratterizzati dalla presenza di strutture carcerarie, invertendo il processo di periferizzazione e individuando percorsi di valorizzazione economica e territoriale legati alle risorse locali spaziali, agro-economiche, urbanistiche, sociali, urbane; benessere territoriale, salute urbana e conversione ecologica, attraverso la creazione di spazi verdi attrezzati, servizi pubblici, servizi privati di interesse pubblico, spazi di aggregazione e culturali rivolti ai giovani, ma anche ai detenuti e alle loro famiglie ed eventuali residenze sociali rivolte agli operatori delle strutture carcerarie.
“Reintegrare il carcere in un tessuto urbano vivo – aggiunge il consigliere delegato dal sindaco Nardella per il carcere Stefano Di Puccio – e non lasciarlo ai margini della città è un obiettivo che con il garante dei detenuti Cruccolini perseguiamo da tempo. Ben venga quindi il nuovo percorso di partecipazione, non dimenticando però due aspetti: l’importanza di individuare al più presto, come già votato dal Consiglio comunale, un edificio per il regime di semilibertà in città, e intervenire sul Ministero per avere più personale. Senza forza lavoro è impensabile una convivenza pacifica all’interno del carcere, figurarsi fare attività all’esterno del carcere per i detenuti”.
“Si parte con una nuova fase di progettazione urbanistica partecipata – ha concluso Dormentoni -. Un piano di recupero per l’area di Sollicciano potrà portare alla realizzazione di nuove funzioni sociali, ambientali e agricole, culturali, sportive, magari utili anche al lavoro e all’economia, sicuramente utili a cambiare volto a un margine periferico che deve diventare una centralità della città metropolitana”.