Colpo di scena al termine della riunione dei capigruppo che avrebbe dovuto decidere la “trasferta” campigiana. Spc: “Scelta vergognosa”. Cocollini: “Non si può legittimare l’occupazione con la presenza dell’istituzione”
Colpo di scena nella tormentata vicenda della ex Gkn di Campi Bisenzio, ora Qf. Il Consiglio comunale di Firenze, dopo l’occupazione del Salone de’ Dugento di lunedì scorso durata 30 ore, tornerà ad occuparsi del sito industriale che produceva semiassi per automobili ma non lo farà nella fabbrica campigiana come richiesto dai lavoratori bensì a Palazzo Vecchio. La proposta era stata sostenuta dal presidente del Consiglio dalla maggioranza (Pd e Lista Nardella), da Spc, dal M5S e dal gruppo misto Italexit, ma è stata respinta da tutte le minoranze di centrodestra. Un sì e un no il risultato finale della conferenza dei capigruppo che avrebbe dovuto decidere. Sì sui lavori incentrati sulla vertenza, no invece sulla trasferta a Campi Bisenzio.
Un risultato che ha mandato in bestia Sinistra Progetto Comune: “È una scelta grave. Quanto successo oggi è vergognoso”, tuonano i consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi. Che attaccano il centrodestra: “Dimostrano da che parte stanno. Scelgono di alimentare il pregiudizio”. Nel mirino ovviamente anche il Pd: “Non comprendiamo come anche stavolta la maggioranza di centrosinistra non abbia trovato la forza di imporsi. Quando c’è da quotare in borsa l’acqua con l’operazione multiutility si trovano sempre le soluzioni. Valuteremo se partecipare alla seduta, perché non si può legittimare un meccanismo per cui le istituzioni mancano di rispetto a sé stesse”. Di contro il centrodestra ha sostenuto la posizione del vicepresidente vicario Emanuele Cocollini. Per il gruppo Centro, infatti, “un’istituzione non può legittimare l’occupazione di una fabbrica con la sua presenza formale”. Inoltre “non si può accettare che l’organizzazione materiale della seduta sia fatta in accordo con il collettivo di fabbrica e non con la proprietà”. Federico Bussolin (Lega Salvini) parla di regia molto discutibile di questa passerella politica. Ero contrario all’idea di svolgere il Consiglio comunale alla fabbrica ex Gkn perché ritengo assurdo che le istituzioni avallino eventuali occupazioni, e oggi i risultati ci danno ragione. Il Presidente Milani però deve dire chiaramente come mai ha fatto dietro front: non vorrei pensare che l’onere di garantire la sicurezza degli ospiti e consiglieri in una fabbrica presidiata dagli occupanti avesse scoraggiato gli organizzatori”.
Durissima infine la reazione dei lavoratori affidata a un post del collettivo su FB: “Niente di nuovo, nessuna meraviglia. Era una verifica e verifica è stata. E’ l’ennesimo schiaffo a una mobilitazione sociale, a una lotta di popolo. Finora il Consiglio si è trincerato dietro al fatto di `non potere´, di non avere le competenze per intervenire. Ma decidere di riunirsi in Gkn, sfatando qualsiasi calunnia sullo stabilimento era perfettamente nelle corde dell’aula. Non è che non si può, quindi. Non si vuole. Tra l’altro, in un momento in cui la Regione si dichiara pronta a fare scouting pubblico e a predisporre un sopralluogo degli uffici tecnici regionali e in cui, da quel che ci è dato sapere, non c’è un singolo livello istituzionale che dia credito a Borgomeo, praticamente quasi tutta la destra cittadina in consiglio, da quel che ci pare di capire, fa ogni tipo di piroetta verbale per riportare in auge l’affamatore. L’assemblea permanente si svolge nella piena regolarità e le nostre attività sono coperte dall’articolo 11 dello Statuto dei lavoratori. Abbiamo anche offerto ai capigruppo del consiglio di fare un sopralluogo per poter osservare e concordare tutte le condizioni di svolgimento del Consiglio”.