L’opera, donata al museo dall’antiquario Giovanni Pratesi, diverrà parte integrante della prestigiosa collezione di sculture della Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti
Una fitta parrucca di capelli ricci a esaltare i lineamenti regolari del volto e una camicia ricamata con gigli fiorentini a sottolineare l’eleganza del personaggio: entra nella prestigiosa collezione di scultura della Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti, grazie a una donazione del noto antiquario Giovanni Pratesi, l’imponente busto in marmo di Gaetano Berenstadt, realizzato dallo scultore settecentesco toscano Giovacchino Fortini, tra gli artisti prediletti dal granduca Cosimo III de’ Medici, autore del complesso filippino di San Firenze a cui si dedicò, come architetto e scultore, fino alla morte.
Berenstadt fu una personalità di spicco nel panorama musicale europeo del primo Settecento. Figlio di tedeschi trasferiti a Firenze, dove nacque nel 1687, era un celebre castrato con la voce di contralto, collaboratore di Georg Friedrich Händel per cui interpretò varie opere. Accanto a una brillante carriera come cantante nelle corti europee, Berenstadt si distinse anche nell’ambito del commercio di opere d’arte. “Con questo dono generoso – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – Giovanni Pratesi continua ad essere presente nella cultura e nell’arte fiorentina di cui, con sagacia e spirito pionieristico, ha coltivato ambiti ora noti al grande pubblico grazie anche alle sue scoperte e ai molti libri e repertori di cui è stato ispiratore e mecenate. La sua galleria, frequentata da giovani e da studiosi di tutto il mondo, continuerà così a vivere nell’Oltrarno con un’opera che si incardina mirabilmente nella storia della città e che rappresenta il gusto sofisticato del suo donatore”.
A identificare il personaggio ritratto nel busto è stato proprio Giovanni Pratesi, grazie a un minuzioso confronto della scultura con una medaglia dell’artista Lorenzo Maria Weber, anch’essa raffigurante il cantante fiorentino. “Questo dono – aggiunge Pratesi – per me ha il significato di un omaggio alla città e alla sua storia, ma è anche una ‘restituzione’: il busto di Gaetano Berenstadt è infatti nato per essere un’opera pubblica. La vita professionale di questo cantante era strettamente legata alla famiglia Medici e quindi a Palazzo Pitti, dove tutti potranno vederlo. Per lasciare un ricordo di me e della mia attività ho scelto il ritratto di Berenstadt, personaggio ai suoi tempi famosissimo e attivo sulla scena internazionale, ma ora poco noto: mi sembra che rifletta bene i miei interessi, da sempre volti alla riscoperta di periodi trascurati e di aree poco studiate, eppure ricchissimi di opere d’arte sublimi”.