E’ il Codice Rustici, redatto dall’orafo Marco di Bartolomeo Rustici che racconta il suo viaggio per visitare il Santo Sepolcro ma anche come era la città nel suo momento di massima fioritura culturale e architettonica
Un punto di riferimento essenziale per gli studi sulla Firenze del Rinascimento. Un documento prezioso, anzi unico. Il “Codice Rustici”, manoscritto redatto e illustrato nella prima metà del Quattrocento dall’orafo Marco di Bartolomeo Rustici che racconta il suo viaggio a Gerusalemme per visitare il Santo Sepolcro, è stato presentato insieme alla mostra a lui collegata questo pomeriggio nella sede della Regione di Palazzo Strozzi Sacrati alla presenza del Governatore toscano Eugenio Giani, delle due curatrici Elena Gurrieri e Cristina Acidini e del cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Da domani, venerdì 16 settembre, il Codice, – concesso dalla Biblioteca del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze – sarà visibile al pubblico nella Sala delle Esposizioni di Palazzo Strozzi Sacrati in Piazza Duomo, sede della presidenza della Regione Toscana (Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30; il sabato dalle 10 alle 12.30. Solo su prenotazione, inviando una email a mostresacratistrozzi@regione.toscana.it o telefonando dalle 9 alle 13 al numero 055 4385616).
Rustici descrive i percorsi, le rotte, le cose viste e le esperienze fatte in Terrasanta. Un’andata e ritorno da e per Firenze che celebra questa città, luogo che il manoscritto ci fa conoscere anche attraverso le splendide illustrazioni che riproducono ciò che Firenze era in quella speciale stagione che vide la fioritura culturale e architettonica della città dei mercanti-banchieri e degli umanisti, dei grandi teologi e dei grandi artisti.
Il Codice è articolato in tre libri. Il primo comprende 169 capitoli: qui sono rappresentati i numerosi edifici soprattutto religiosi, ma anche civili presenti nella Firenze della prima metà del Quattrocento. Il secondo libro comprende 63 capitoli in cui compare la parte del viaggio che appartiene alla Cristianità: da Firenze a Porto Pisano a Genova, attraversando la penisola italiana e costeggiando poi la Grecia, si giunge sino all’Egeo e a Cipro. Il terzo libro contiene 73 capitoli in cui si tratta delle principali tappe del viaggio: da Famagosta, ultima città dei Cristiani, il percorso per mare procede verso l’Africa fino all’Egitto. Dal Cairo quindi, comincia l’itinerario per via di terra verso il Monte Sinai e il Monastero di Santa Caterina fino a raggiungere Gerusalemme, da dove il viaggio prosegue attraverso la Samaria e la Galilea fino a Beiruth e Damasco. L’opera si conclude con l’elogio di Firenze, così da riprendere il tema iniziale. Marco Rustici accompagnò il testo con illustrazioni a penna e a colori nei margini delle pagine.
Il Codice, che oggi vanta un’edizione critica a fianco della insostituibile riproduzione in fac-simile, è anche un trattato per immagini di architettura fiorentina scritto con il fine di illustrare i luoghi toccati dal pellegrino che partito dalla sua Firenze – in quel momento capitale assoluta di nuova progettazione architettonica rinascimentale– raggiunge la Terra Santa e Santo Sepolcro a Gerusalemme. E si scopre che Firenze a metà Quattrocento era costellata non solo da edifici religiosi e civili, tutti siti storici di grande importanza, ma anche da molti Ospedali e Strutture dell’Accoglienza: era già insomma quel ‘forziere’ di istituzioni dell’accoglienza che ancor oggi riconosciamo vive: la Misericordia e il Bigallo, in antico l’Orbatello, San Jacopo in campo Corbolini e i Buonuomini di San Martino, per ricordarne solo alcuni.