Nella regione sarebbero a rischio chiusura almeno 11 mila imprese del terziario. Cursano e Marinoni: “Non c’è più tempo da perdere. Dalla politica servono risposte immediate e concrete”
Luci spente domani, mercoledì 31 agosto, nei negozi e pubblici esercizi di tutta la Toscana per denunciare l’insostenibilità degli aumenti dei costi energetici. A coordinare sul territorio l’iniziativa di protesta, lanciata a livello nazionale da Confcommercio in collaborazione con Federdistribuzione, ANCD-Conad e ANCC-Coop, è Confcommercio Toscana. Lo spegnimento, che durerà un quarto d’ora a partire da mezzogiorno, è fissato in concomitanza con la conferenza stampa nazionale in cui l’associazione di categoria ancora una volta, ribadirà l’emergenza che stanno vivendo tutte le imprese italiane e con loro le famiglie.
“Si tratta ovviamente di un gesto simbolico, come quello di esporre le bollette in vetrina che abbiamo fatto partire da Firenze e subito diffuso in tutta Italia”, spiega il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano. “L’obiettivo è sempre di portare all’attenzione della politica e delle istituzioni il tema del caro-energia, un’emergenza che rischia di travolgere il nostro sistema economico”.
Dall’analisi previsionale di Confcommercio Toscana, nella regione sarebbero a rischio chiusura entro sei mesi almeno 11 mila imprese del terziario, per un totale di oltre 27mila occupati che resterebbero senza lavoro. “Non c’è più tempo da perdere”, aggiunge il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. C’è bisogno di risposte immediate e concrete per arginare la crescita inarrestabile del costo dell’energia e per aiutare gli imprenditori ad affrontare questa nuova terribile sfida. Le imprese non riescono più a pagare bollette dagli importi triplicati o addirittura quadruplicati. Non possono riuscirci, se al contempo vogliono continuare a pagare tutti gli altri oneri, dall’affitto ai fornitori e ai lavoratori”. “La conferenza stampa di domani a Roma – conclude Cursano – sarà l’occasione per sottoporre alla politica e alle istituzioni richieste e proposte fattive per uscire da questa situazione, che minaccia di spazzare via tantissime imprese del terziario di mercato, dei servizi e della distribuzione moderna, arrivando ad esiti tragici a cui neppure una pandemia mondiale era riuscita ad arrivare”.