Ricorderanno i nomi dei fiorentini arrestati dalle truppe nazi-fasciste e deportati nei campi di concentramento. E Firenze pensa a un percorso della memoria
Abitavano in via del Gelsomino 29 Rodolfo e Noemi Levi, Rina e Amelia Procaccia, Alda e Angelo Sinigaglia quando una mattina sul presto vennero prelevati dalla loro abitazione dai nazi-fascisti per essere poi condotti nei campi di concentramento dai quali non tornarono più. Da oggi i loro nomi, insieme a quelli di altri fiorentini di religione ebraica, resteranno incisi nella memoria cittadina attraverso l’apposizione delle “Pietre d’inciampo” ideate dell’artista tedesco Gunter Demnig.
Le prime installazioni sono state posizionate questa mattina nella strada che unisce Via Senese con Viale del Poggio Imperiale: le altre cinque sono state apposte nel pomeriggio in piazza Donatello 15 in memoria di Clotilde Levi, via Ghibellina 102 per ricordare David Genazzani e via del Proconsolo 6 in memoria di Elena e Abramo Genazzani e Mario Melli Genazzani.
Alla cerimonia hanno presenziato tra gli altri, il vicesindaco Cristina Giachi, l’assessore all’educazione Sara Funaro e quello alla cultura della memoria Alessandro Martini, il rabbino Gadi Piperno, il presidente della Comunità ebraica Marco David Liscia, l’arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori, la viceprefetta vicaria Paola Berardino, il questore Armando Nanei e alcuni alunni delle scuole cittadine.
“Queste pietre – ha sottolineato Giachi – segnalano come la violenza è un inciampo nella storia dell’umanità. É stato bello poterci inciampare questa mattina anche con i bambini delle scuole per ricordare vite ordinarie squassate dalla violenza, affinché quello che è accaduto non avvenga di nuovo e la memoria sia viva e presente nella città e nel tessuto delle istituzioni”.
Il progetto è stato fortemente voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comune. Le Stolpersteine sono state avviate in Germania nel 1995 e sono presenti in numerose città europee. A Firenze inoltre verrà realizzato un vero e proprio percorso della memoria sulle tracce delle famiglie ebree arrestate e deportate nei campi di sterminio negli anni del secondo conflitto mondiale. Furono infatti oltre 300 le persone catturate nelle retate nazifasciste fra il 1943 e il 1944 nella nostra città e solo 17 tornarono a casa al termine del conflitto.
“Si tratta di un giorno importante – hanno aggiunto Funaro e Martini – che aspettavamo da tempo con i tanti bambini delle nostre scuole. Il valore della memoria deve essere coltivato dalle nostre generazioni ma, soprattutto, da quelle nuove che lo tramanderanno nel futuro”.