Il primo è stato vicedirettore del Corriere con la passione per la cultura. Le fotografie dello storico volto del TG1 targato Enzo Biagi sono state esposte al Guggenheim di New York e alla Bibliothèque nationale de France di Parigi
Il giornalismo fiorentino è in lutto per le improvvise morti di Giulio Giustiniani, ex vicedirettore del Corriere della Sera che aveva cominciato la carriera a La Nazione nel 1970, e Piergiorgio Branzi giornalista e fotografo di grande fama.
Giustiniani, era nato a Firenze il 25 luglio 1952, ed era sposato con Elisabetta Nonino, la famiglia friulana della omonima grappa, con la quale aveva avuto tre figlie. È morto dopo una breve malattia. Giulio Giustiniani si era formato con studi classici, poi scienze politiche. In pochi anni divenne caporedattore centrale al quotidiano cittadino e, in seguito, chiamato da Ugo Stille, arrivò al Corriere con la stessa qualifica. Anche qui fece carriera fino a diventare vicedirettore. Poi, altre esperienze professionali al Gazzettino di Venezia e, dal 2001 al 2006, la direzione delle news ed editoriale de La7; e infine la direzione dell’agenzia Apcom (fino al 2008). Ha pubblicato vari libri, tra i quali “Il sangue è acqua: il doge, il santo, l’avventuriero, il principe dei Mongoli e altri parenti”. Così lo ricorda il Governatore del Veneto Luca Zaia: “Ci lascia un giornalista con la G maiuscola. Parlo di Giulio Giustiniani, quarant’anni di lavoro alle spalle, durante i quali ha ricoperto ruoli importanti: direttore della Nazione, vicedirettore del Corriere della Sera fino ad approdare, nel 1996, alla direzione del Gazzettino, dove rimane per cinque anni. Nel corso della sua carriera giornalistica si era concentrato, in particolare, su temi politici e culturali che non ha mai abbandonato, approfondendoli negli anni a seguire. Buon viaggio, Giulio”.
Piergiorgio Branzi era nato il 6 settembre del 1928 a Signa (Firenze). Fotografo, giornalista, volto tv, e poi di nuovo fotografo appena raggiunta la pensione, Branzi era cresciuto a Firenze. Collabora a Il Mondo di Mario Pannunzio, registrando con l’occhio delle sue fotocamere la nascita convulsa della società di massa, il formalismo nei comportamenti della nuova borghesia, il graduale processo di omologazione consumistica. Nel 1962 il direttore del Tg1 Rai, Enzo Biagi, lo assume e lo manda a Mosca, prima sede giornalistica all’estero della Rai, dove rimane quattro anni. Poi sarà Parigi che lascia due anni dopo per tornare a Roma come conduttore e inviato speciale del Tg. Fra il 1970 e 1980 torna a Firenze per ricoprire il ruolo di direttore della sede. Negli anni 90 torna prepotente la sua passione per la fotografia e compie un tour ripercorrendo i luoghi di Pasolini. Le sue opere sono state esposte dai musei di tutto il mondo: dal Museum of Modern Art di San Francisco al Guggenheim di New York, dal Fine Art Museum di Houston alla Bibliothèque nationale de France di Parigi, dalla Tate Gallery di Londra al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. Branzi era sposato con Gloria che gli ha dato due figli, Simone e Silvia.