Domani all’Anfiteatro di Villa Strozzi la rivisitazione ironica del capolavoro di Shakespeare, mentre il primo settembre il cantautore romano porta in scena l’ultima cantica della Divina Commedia
Romeo e Giulietta versione terzo millennio. Due innamorati, due amanti che soffrono della condizione disumana dell’amore non corrisposto e degli sbalzi d’umore che l’amore causa. Così, e con buona dose d’ironia, se li immaginano gli attori Beppe Salmetti e Simone Tangolo, in scena domani domenica 28 agosto all’Anfiteatro di Villa Strozzi a Firenze con “Romeo e Giulietta – L’amore fa schifo ma la morte di più”. Inizio ore 21,15. Biglietti 15/10 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Prevendite su www.ticketone.it. Info e prenotazioni sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it).
Uno spettacolo cantato, ballato e saltato. Uno spettacolo spericolato e lieve, che stuzzica un mostro sacro come “Romeo e Giulietta” di Shakespeare con la voglia di gettarlo nella vita di tutti i giorni, nei turbamenti di tutti noi, un lavoro che ne riconosce la sorprendente poesia e la quasi violenta universalità, ma non trova altro rimedio che riderne per avvicinarcisi, per poter partecipare almeno un pochino.
L’amore fa schifo, ma la morte di più. Molto di più. Almeno da vivo puoi morire d’amore.
Sul palco si racconta com’è diventato Romeo oggi e come risponde al suo amore Giulietta, ma soprattutto, grazie alla musica, si canta di tanti altri personaggi lasciati in disparte e sofferenti. In scena troviamo due attori, due amici, due persone innamorate che cercano di venirne a capo. Cercano di capire cosa succeda al loro corpo, alle loro menti, alla loro percezione del mondo quando l’amore arriva. Lo spettacolo chiude l’anteprima di Avamposti Teatro Festival 2022 organizzata dal Teatro delle Donne nell’ambito dell’Estate Fiorentina del Comune di Firenze.
Un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo, i cui insegnamenti, come fiume sotterraneo, attraversano i secoli per arrivare con l’attualità del loro messaggio, fino a noi. E’ la proposta di “Paradiso. Dalle tenebre alla luce”, l’opera teatrale per voce e orchestra che Simone Cristicchi partendo dalla cantica dantesca porta in scena giovedì primo settembre all’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale, nel Parco delle Cascine a Firenze. Inizio ore 21,30. Ingresso libero fino a esaurimento posti. La serata chiude il festival itinerante “Riprendiamoci la scena” promosso da Cesvot, il Centro Servizi Volontariato Toscana.
La tensione verso il Paradiso è metafora dell’evoluzione umana, slancio vitale verso vette più alte, spesso inaccessibili: elevazione ed evoluzione. In ogni uomo abita una nostalgia dell’infinito, un senso di separazione, un desiderio di completezza che lo spinge a cercare un senso alla propria esistenza. Il compito dell’essere umano è dare alla luce sé stesso, cercando dentro all’Inferno – che molto spesso è da lui edificato – barlumi di Paradiso: nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza, nel sapientissimo libro della Natura. Il viaggio di Dante dall’Inferno al Paradiso è un cammino iniziatico, dove la poesia diventa strumento di trasformazione da materia a puro spirito, e l’incontro con l’immagine di Dio è rivelazione di un messaggio universale, che attraversa il tempo e lo vince. Perché non può esistere un paradiso celeste se prima non ci prendiamo cura del nostro paradiso terrestre. Scritto da Simone Cristicchi – che cura anche la regia – in collaborazione con Manfredi Rutelli. Musiche di Valter Sivilotti e Simone Cristicchi. In collaborazione con la stagione estiva di Ultravox Firenze, nell’ambito dell’Estate Fiorentina promossa dal Comune di Firenze.