Durante la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione della città, il sindaco Dario Nardella ha mostrato per la prima volta in pubblico il registro degli ospiti illustri di Palazzo Vecchio dove figurano le firme dei due dittatori
Sulla destra c’è la firma di Adolf Hitler, a sinistra invece quella di Benito Mussolini. E una data importante nella storia d’Italia: il 9 maggio 1938 giorno della visita nel nostro Paese del Fuhrer e in particolare a Firenze, che poi porterà il Duce a promulgare le leggi razziali nello stesso anno e a stringere l’alleanza con la Germania nazista nel 1939 a cui seguirà l’entrata in guerra il 10 giugno 1940. Mussolini e Hitler erano arrivati a Firenze con due treni speciali nel primo pomeriggio. Avevano percorso la Stazione di Santa Maria Novella tutta addobbata di fiori e tappeti persiani, poi si erano infilati fra le due ali di gente in attesa. Con loro i ministri Ciano, Starace e Bottai, nonché tutte le maggiori autorità cittadine, i gerarchi del regime e una guida ‘turistica’ d’eccezione: Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Il corteo percorse via Panzani e via de’ Cerretani in direzione del Duomo e di Palazzo Vecchio. Ma Hitler non poté fermarsi ad ammirare Santa Maria del Fiore perché Il Cardinale Elia dalla Costa, seguendo in modo convinto le disposizioni di Pio XI che a Roma aveva fatto chiudere tutti i luoghi di culto e i musei vaticani ritirandosi a Castel Gandolfo, aveva chiesto a tutti i sacerdoti fiorentini di sbarrare le chiese e aveva compiuto un gesto ancora più carico di significato non esponendo alcun drappo e chiudendo tutte le finestre del palazzo vescovile. In Piazza Signoria ci fu l’atteso bagno di folla organizzato dalla regia di regime, prima però Hitler e Mussolini apposero le loro firme nel registro degli ospiti illustri di Palazzo Vecchio.
Quel registro che non è possibile consultare per i normali visitatori e che ieri 11 agosto, durante la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione di Firenze, il sindaco Dario Nardella ha voluto mostrare (forse per la prima volta) in pubblico e a tutti gli intervenuti soffermandosi proprio sul particolare delle sigle apposte dai due dittatori e anche sulle poche e semplici parole lasciate sei anni dopo dai partigiani e dagli alleati affinché restassero ben scolpite nella storia della città: “Allied military army”: esercito alleato militare.
“Voglio vederlo insieme a voi – si è rivolto Nardella ai partecipanti alla commemorazione – perché come potete immaginare non è possibile accedervi. Su queste due pagine c’è la firma di Adolf Hitler alla mia destra, alla sinistra c’è quella di Mussolini che scrive Firenze fascistissima con due punti esclamativi. Nove maggio anno fascista sedicesimo. Era il famoso 9 maggio 1938. Questa piazza che oggi è gremita di persone pacifiche e democratiche allora era gremita di seguaci del fascismo e del nazismo. Perché non dobbiamo dimenticare che il fascismo e il nazismo sono stati fenomeni che hanno visto masse di persone che si sono aggregate e chi si ribellava era una minoranza che rischiava la propria vita. La piazza era gremita però c’era una minoranza di fiorentini, quella minoranza che ci ha portato la libertà, che quella mattina del 9 maggio quando Hitler e Mussolini sfilarono per le vie di Firenze chiusero le finestre. C’era il cardinale Elia Dalla Costa che aveva invitato i parroci delle chiese fiorentine a chiudere le porte delle chiese al passaggio dei dittatori”.
E poi ha continuato: “Quella è la Firenze che ricordiamo ed è la Firenze che ritroviamo poche pagine dopo nello stesso registro proprio l’11 agosto 1944 a sinistra: i partigiani e i rappresentanti militari degli eserciti americano e inglese hanno posto le loro firme perché rimanessero per sempre nella storia: “Allied military Army”. Un anno dopo, 1945, Mauro Scoccimarro e Carlo Ludovico Ragghianti su questa pagina lasciano scritto due frasi molto brevi ma che spero possano rimanere impresse nella nostra memoria: Scoccimarro scrive “si inizia la nuova storia d’Italia” e Ragghianti “Firenze s’è riconquistata la libertà”. Da allora ogni anno noi l’11 agosto ci riconquistiamo la nostra libertà”