Che non tutto fosse filato liscio dopo l’incontro tra Regione e Comune al cantiere del sotto attraversamento Tav al Campo di Marte era stato abbastanza palese. I toni entusiastici del Governatore toscano Eugenio Giani che tra un po’ avrebbe anche volentieri insegnato ai presenti, giornalisti, tecnici e rappresentanti delle istituzioni, come si rimontava la “talpa” fresatrice ferma ormai da cinque anni, collidevano con il silenzio dell’assessore alle infrastrutture e viabilità di Palazzo Vecchio Stefano Giorgetti. Tanto che proprio la Martinella aveva adombrato più di una perplessità sull’esito finale del summit convocato venerdì scorso in un pomeriggio dall’afa e dalla temperatura estenuanti (https://www.lamartinelladifirenze.it/alta-velocita-tutto-risolto-tra-regione-comune-e-rfi/). Troppo trionfalistici i toni utilizzati nella nota stampa della Regione che coinvolgeva anche il Comune nella valutazione positiva.
E infatti intorno alle 20 delle stesso venerdì uno stringato comunicato arrivato dall’ufficio stampa di Palazzo Vecchio in forma assolutamente impersonale precisava che il Comune prendeva atto “che, dopo il sopralluogo effettuato oggi ai cantieri dell’alta velocità di Firenze, non è cambiato sostanzialmente niente rispetto al quadro delle tempistiche che i vertici di FS-Rfi hanno presentato alla riunione di due giorni fa. Pertanto rimane la totale insoddisfazione rispetto ai ritardi accumulati nell’esecuzione di questa opera e restano forti preoccupazioni sull’ammaloramento delle strutture già realizzate nel cantiere della stazione Foster” adombrando anche la possibilità di valutare “nei prossimi giorni quali azioni compiere per tutelare gli interessi della città di Firenze rispetto ai problemi e all’impatto di questo complesso cantiere”. Scontro istituzionale dunque fra i due massimi rappresentanti della Regione e della città, esponenti del medesimo partito (il Pd), ed entrambi impegnati a sostegno per la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre prossimo? L’impressione era proprio questa, anche se ai piani alti dei due palazzi tutti si affannavano a smentire ma è chiaro che Nardella non ha per niente digerito l’ennesimo rinvio della ripresa dei lavori fermi appunto da più di cinque anni e subordinati allo smontaggio e al riassemblamento della fresa perché nel frattempo le norme in vigore sono chiaramente cambiate.
Giani dal canto suo ribadisce la fiducia in Ferrovie perché “il progetto visto è serio” e “un anno in più o in meno cambierà poco”. E sottolinea pure che effettuerà un sopralluogo ogni mese per vedere lo stato dell’opera. Basterà per convincere Nardella? Palazzo Vecchio per il momento non si esprime ulteriormente: l’eventuale conflitto ora come ora sembra evitato.