Terminati i lavori del primo ciclo di restauri che hanno interessato anche i serramenti della residenza dove nacquero le immortali e struggenti melodie del Maestro. Da aprile la residenza sarà aperta tutti i giorni ai visitatori
Terminati i lavori del primo ciclo di restauri per la Villa Museo Giacomo Puccini a Torre del Lago (Lucca). L’intervento, durato diversi mesi, ha interessato gli splendidi pavimenti a mosaico riportati agli antichi splendori, i tessuti parietali e i serramenti della residenza dove nacquero le melodie immortali e struggenti del maestro lucchese.
“Siamo veramente orgogliosi del lavoro fatto in questi anni – dice Giovanni Godi, presidente della Fondazione Simonetta Puccini – Dalla costituzione della Fondazione, abbiamo tenuto fede a tutti gli impegni presi. In meno di due anni abbiamo restaurato l’edificio adiacente la casa museo, dando vita agli uffici, all’archivio e al bellissimo auditorium, inaugurato lo scorso anno e doverosamente intitolato alla nipote del Maestro. Ed ora abbiamo chiuso questo primo ciclo di restauri, voluto già a suo tempo da Simonetta Puccini e, finalmente, realizzato grazie al suo lascito e secondo le sue direttive”.
I lavori sono stati presentati qualche giorno fa al pubblico e adesso la villa è pronta ad accogliere i visitatori della stagione estiva. I pavimenti seminati alla veneziana erano gravemente compromessi dal tempo e dall’umidità, da sempre un grosso problema per la struttura, costruita proprio sulle sponde del lago di Massaciuccoli. La villa, inaugurata nel 1900 per accogliere la famiglia del Maestro, che da quel momento la abitò ininterrottamente per oltre vent’anni, fu infatti edificata su una preesistente torre di guardia che aveva le sue basi direttamente nel lago. Per allontanarla dall’acqua Puccini comprò un pezzo di terreno dai Ginori e lo adattò a giardino, senza tuttavia riuscire ad arginare definitivamente il problema. Il restauro della pavimentazione ha interessato nello specifico lo studio, la sala attigua e il corridoio d’ingresso della villa. L’accurato lavoro dei restauratori è iniziato con una serie di operazioni preliminari tra cui un’indagine diagnostica approfondita sulle malte ed i litotipi. Si è passati poi a togliere manualmente tutte le integrazioni cementizie e a consolidare la malta di allettamento dei mosaici, sia nelle zone rimaste scoperte dopo la rimozione del cemento, sia in quelle dove essa risultava impoverita o frammentaria. L’intervento successivo è stato la levigatura delle irregolarità superficiali, mentre a completamento delle operazioni di restauro è stato applicato un trattamento finale protettivo con cera microcristallina su tutti i pavimenti.
“Il nome di Puccini” racconta il restauratore Giammarco Piacenti “è comparso per la prima volta nella mia vita quando, da bambino, la mia famiglia si è trasferita a Prato, in via Giacomo Puccini appunto, ed io, curioso, ne ho chiesto la storia. L’ho ritrovato poi da adulto, quando per lavoro a San Pietroburgo, sono stato invitato a teatro a vedere la Madama Butterfly. E ricordo l’incanto di essere lì, in un paese così lontano e diverso dal mio, a sentire cantare in italiano. Quando la Fondazione Simonetta Puccini, anni fa, si è rivolta a noi la prima volta per i lavori nella casa museo, ho pensato che il cerchio finalmente si chiudesse. E tutte le volte che entro lì ho questa sensazione”.
I tessuti parietali di seta beige ed i velluti, che rivestono le pareti dello studio dove Giacomo Puccinicomponeva e riceva gli amici, sono stati invece restaurati da Concita Vadalà. Insieme alla boiserie e al soffitto a cassettoni, furono applicati probabilmente durante l’ultima fase di interventi nel salone, nel 1915, anno ipotizzabile da un ritaglio di giornale utilizzato come spessore tra il telaio delle sete e la parete, dove si legge persino il necrologio per la morte di Elvira Carducci. Interessante che i telai erano stati creati con legni per imballaggio: si possono vedere ancora i timbri “Torre del Lago” e “Fragile”. I tessuti erano in gravissimo stato di conservazione per l’irrigidimento delle fibre e per lo sporco dovuto all’uso del caminetto, al sigaro che era solito fumare il maestro e agli agenti atmosferici, mentre le sete presentavano abrasioni, rotture e grandi lacune. “I tempi del restauro” racconta la restauratrice Concità Vadalà “non sono mai facilmente prevedibili e anche se si è accumulato del ritardo per imprevisti e sottovalutazioni dei tempi, sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti ed è stato interessante poter svolgere il lavoro anche a museo aperto, in presenza dei visitatori incuriositi da questi importanti restauri, che doneranno splendore al museo e alla fondazione che ne cura gli interessi”. I restauri, iniziati nell’estate del 2021, hanno fatto inoltre emergere un bellissimo ciclo di decorazioni a tempera sotto le sete e i velluti da parete, situato nella fascia tra il soffitto a cassettoni e le finestre, raffigurante soggetti marini quali coralli e carpe di gusto giapponese.Durante il periodo di risanamento delle stoffe, le decorazioni sono state visibili a tutti i visitatori della villa e sono oggi oggetto di studio e documentazione.
Da aprile la Villa, nella sua nuova veste, sarà aperta tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle ore 12.40 (ultimo ingresso alle 12) e dalle ore 15.00 alle 18.20 (ultimo ingresso alle 17.40). Per informazioni e prenotazioni 0584 341455 e villamuseo@giacomopuccini.it.