Il regista torna nel capoluogo toscano nel ventennale del festival per presentare il suo ultimo lavoro, “Heaven: to the Land of happiness”, e rivela il suo amore per il cinema di Bellocchio e “Buongiorno Notte”
“Marco Bellocchio con il suo “Buongiorno Notte”, film politico sul rapimento di Aldo Moro, è tra i registi italiani che mi hanno colpito di più”. Così Im Sang-soo, pluripremiato regista e sceneggiatore sud-coreano, oggi a Firenze per inaugurare la 20esima edizione del Florence Korea Film Fest, l’unico festival in Italia dedicato alla cinematografia sudcoreana, giovedì 7 aprile, alle 20.30 al cinema La Compagnia di Firenze (in via Cavour 50/r).
“Quando andai a Venezia – racconta il regista coreano, conosciuto per pellicole campioni d’incassi come “La moglie dell’avvocato” del 2003 e “The “Housemaid” del 2010 – andai a vedere il film di Bellocchio e rimasi impressionato, mi piacque tantissimo. In quel periodo stavo preparando un mio film e mi feci ispirare dal film politico del regista italiano. Tra tutte le scene ce n’è una che mi ha fatto battere forte il cuore: quella in cui c’erano i sequestratori rappresentati in uno spazio finto, invece era la realtà davvero accaduta. Sembrava un documentario per quanto era reale”.
Il regista presenta per la prima volta in Italia, il suo recente lavoro “Heaven: to the Land of happiness”, un road movie interpretato da Choi Min-sik (tra più famosi attori in Corea del Sud, storica la sua interpretazione in “Oldboy”), nei panni di un detenuto malato terminale che scappa con Park Hae-il (“The Host”), anch’egli gravemente malato che non può permettersi le cure necessarie, in un’avventura che diventerà il loro viaggio alla ricerca della felicità. Nel cast anche Yuh-Jung Youn, la nonna non convenzionale Soonja di “Minari”.
“E’ un film – continua il cineasta già ospite al Florence Korea Film Fest nel 2013 – che parla della morte, un viaggio verso la morte ma non in maniera pesante o tragica. Ho voluto, infatti, creare un’atmosfera calma e a tratti leggera perché i temi sono così pesanti che il pubblico, con questo tipo di semplicità, può anche ridere su argomenti complessi, quali la morte. Sulla morte ho visto tanti film ma uno vorrei citarlo, “Morte a Venezia” di Visconti”. La mia pellicola è ispirata a un fatto realmente accaduto, la morte di mio padre, 10 anni fa, all’età di 88 anni. Non avevo dei buoni rapporti con lui. L’ultimo giorno che poteva camminare ha preso il taxi ed è venuto da me. Pensai fosse venuto per scusarsi del nostro rapporto: così nel film il protagonista racconta questo rapporto con il padre”.
Il festival continuerà fino al 15 aprile con oltre 80 titoli in programma tra lungometraggi, corti e documentari: tra prime italiane e internazionali, e ospiti in video dal vivo (programma in sala) e on line su Mymovies.it. (Ingresso libero scrivendo a info@koreafilmfest.com fino ad esaurimento posti). “Im Sang Soo – aggiunge Riccardo Gelli, direttore del Florence Korea Film Fest – è uno dei registi più quotati del panorama cinematografico, con il suo percorso artistico variegato, rappresenta il volto della nouvelle vague coreana. Il regista si aggiunge agli ospiti già annunciati come l’attore Lee Jung-jae e il regista Hwang Dong-hyuk, che compongono il parterre delle star che verranno a festeggiare i 20 anni di festival con noi”.