Il Direttore delle sedi regionali di Toscana e Umbria si è spento a 65 anni dopo una brevissima malattia. I funerali giovedì 14 novembre ad Assisi
L’ultima volta che ho avuto la possibilità di incontrare Andrea Jengo è stata ai Cappuccini e purtroppo non in una circostanza favorevole. Un incontro fugace, nella bella chiesa del Poggetto, dove ci eravamo ritrovati per dare l’ultimo saluto al dottor Ennio Motta, padre della sua instancabile segretaria Angela, la sua preziosa gamba destra come amava definirla e con la quale aveva formato un connubio umano e lavorativo inscindibile.
In precedenza, a un corso di aggiornamento professionale per giornalisti, ci eravamo fermati a scambiare qualche parola sulla particolare architettura della sede regionale Rai in largo Alcide de Gasperi che a me ricordava un altro importante edificio fiorentino, la sede de La Nazione in via Paolieri. E lui mi aveva fatto notare che il progetto, di grande complessità tecnica, era stato eseguito dall’architetto Italo Gamberini fornendomi anche alcuni particolari e curiosità che non conoscevo.
Perché Andrea Jengo, scomparso improvvisamente oggi ad appena 65 anni al termine di una brevissima malattia, era una persona molto disponibile, aperta al dialogo e al confronto. Un uomo con il quale, al termine di ogni colloquio, si era contenti di aver potuto scambiare qualche frase con lui perché ciò costituiva sempre un arricchimento.
“Era una persona – lo ricorda Angela – dalle rare doti umane e professionali, e dalla straordinaria capacità professionale. Per undici anni siamo stati gomito a gomito, mi considerava la sua gamba destra ed era vero. Ci siamo vissuti professionalmente accanto: sono stati anni di intenso fervore e attività per la città e per le sue istituzioni. Lui, grazie a una mia proposta, ha spalancato le porte della sede regionale ad associazioni, scuole, sodalizi, persone comuni, perché voleva che la sede fosse di tutti e per tutti. Arrivavano qui e noi eravamo pronti ad accoglierli facendo loro apprezzare tutte le diverse professionalità esistenti. Facevamo tutto insieme: con testa, cuore, gambe, lavoro e tanta fatica”.
Jengo era nato a Roma nel 1954 e dal 1979 risiedeva ad Assisi. Dopo essere stato direttore della sede Rai di Ancona, da tredici anni dirigeva quella di Perugia e da nove guidava contemporaneamente quella di Firenze.
Immediate le reazioni del mondo politico, istituzionale e giornalistico fiorentino. Il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani lo ricorda come un grande professionista, sempre molto vicino a Firenze e la Toscana. “Tre anni fa – aggiunge – fu particolarmente attivo nelle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’alluvione, non solo con le sue grandi capacità organizzative, ma anche la sua straordinaria sensibilità. La stessa che lo guidava nella valorizzazione delle risorse umane e professionali della sede Rai di Firenze, con tutto il suo patrimonio culturale, a partire dall’archivio storico”. Il sindaco di Firenze Dario Nardella aggiunge: “Con Jengo ci lascia un pezzo della storia della Rai, un grande professionista che ha sempre cercato di valorizzare la sede regionale della Tv pubblica e il suo patrimonio”.
Per Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana, “Jengo è sempre stato un amico sincero, manifestando grande sensibilità non solo per i seminari di formazione, ma anche per tutto quello che riguarda la nostra professione: fu fra i promotori dell’idea di intitolare il mitico studio C della sede Rai a Paola Nappi, collega che si ammalò durante i servizi dal Giglio sulla Concordia e morì dopo non breve agonia”. I funerali si svolgeranno il 14 novembre ad Assisi.