Gli agenti si sono mimetizzati tra la vegetazione di un’area verde dell’Osmannoro. In manette sono finiti un marocchino di 30 anni e una fiorentina di 20
Per confezionare le dosi di cocaina avevano scelto una zona boschiva nei dintorni dell’Osmannoro. Ma la loro attività è stata bruscamente interrotta dagli agenti delle Squadre di Polizia Giudiziaria dei Commissariati di “San Giovanni” e “Rifredi” che durante un mirato servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti hanno monitorato, con discrezione, tutti gli spostamenti della coppia rintracciata poco dopo le 16 in via San Piero a Quaracchi. I due, a bordo della loro autovettura, si sono diretti verso Sesto Fiorentino fermandosi ad uno store in viale Ariosto, dove hanno acquistato materiale per confezionare lo stupefacente; subito dopo hanno raggiunto in macchina un bosco dell’Osmannoro. Qui, nonostante la donna si fosse messa a fare da “palo”, i poliziotti si sono mimetizzati tra la vegetazione riuscendo ad osservare l’uomo mentre confezionava a mano dosi di droga con il cellophane e l’alluminio acquistato poco prima. Appena si sono rimessi in movimento, gli agenti sono entrati in azione: alla ragazza non è rimasto altro da fare che consegnare ai poliziotti le 15 dosi di cocaina che aveva addosso.
In manette, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti sono finiti un cittadino marocchino di 30 anni ed una fiorentina di 20. Entrambi già noti alle Forze di Polizia, erano stati recentemente fermati insieme a bordo della loro autovettura nei pressi di via Pistoiese dalla Squadra Mobile fiorentina che lo scorso gennaio aveva sorpreso l’uomo a vendere una dose di cocaina ad un cliente in sella ad uno scooter. In quell’occasione i “Falchi” avevano scoperto che la sua compagna nascondeva dentro al reggiseno altre sette dosi di “polvere bianca” pronte per essere smerciate in strada. Quello stesso giorno, nella loro dimora fiorentina, furono infine sequestrati altri 42 grammi della stessa droga. La giovane al momento era stata denunciata mentre il pusher era finito in manette con la conseguente applicazione, dopo la convalida del suo arresto, della misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Firenze.