Questa mattina la presentazione ufficiale a Palazzo Vecchio del progetto dello studio Arup che ha vinto il concorso internazionale di idee per il restyling dello stadio Artemio Franchi e la riqualificazione dell’area di Campo di Marte. Dibattito e polemiche in città fioccano sui versanti più disparati. Qui il contributo della sezione Fiorentina di Italia Nostra che pubblichiamo integralmente
“In studium non in spectaculum” (Seneca)* –
Premesso che, come appare dalla ricca documentazione pubblicata e consultabile sul suo blog italianostrafirenze.wordpress.com, Italia Nostra Firenze dal dicembre 2019 ha sostenuto, prima quasi da sola e poi con il decisivo intervento di autorevoli istituti o personalità del mondo accademico e della cultura italiani e non solo, la necessità e la possibilità di mantenere, come “monumento vivo”, lo Stadio Artemio Franchi, e riservandosi di entrare nel merito in modo più puntuale e circostanziato, desidera esprimere ora quanto segue, sugli esiti del Concorso Internazionale per lo Stadio e il Campo di Marte resi noti da parte dell’amministrazione comunale, ovviamente in base a quanto è possibile comprendere dall’assai parziale documentazione pubblicizzata.
1. Riprendendo le puntuali indicazioni allora espresse dalla competente Soprintendenza Mibactdi Firenze, già nel dicembre 2019 avevamo chiesto al Sindaco di indire un concorso internazionale per il restauro dello Stadio Franchi e per il suo adattamento agli standard attualmente richiesti per l’attività calcistica professionistica. Il Sindaco e la sua Giunta, invece, si sono adoperati prima per realizzare un nuovo stadio nell’area Mercafir, poi per consegnare a privati la possibilità di fare un nuovo stadio sulle ceneri del Franchi. Solo due anni dopo, anche a seguito di una campagna di opinione pubblica internazionale, è stata accettata la soluzione restyling. Tuttavia, nel bandire il concorso, che doveva essere limitato al restauro del Franchi, si è ritenuto opportuno, con un vero colpo di mano, aggiungere all’oggetto del concorso un tema eminentemente urbanistico, cioè la “riqualificazione del Campo di Marte”: un tema che presuppone anche atti di governo del territorio (cioè di piano urbanistico) che competono alla Giunta e al Consiglio Comunale, oltre che alla città attraverso un percorso partecipativo.
2. Per quanto sopra ricordato, questa è la nostra valutazione sul progetto vincitore:
A. Piena soddisfazione sul progetto vincitore di restyling dello Stadio Franchi, progetto prodotto da uno studio di professionisti di chiara fama ed esperienza internazionale, che propone una soluzione minimalista che ben risolve gli aspetti di adeguamento funzionale e di migliore accoglienza, con quelli di salvaguardia dei valori monumentali dell’impianto realizzato da Nervi.
B. Grande perplessità e contrarietà, invece, sulla parte relativa alla “riqualificazione”, e non per colpa dei progettisti ma di quanto richiesto nel bando concorsuale. Appare, con tutta chiarezza, come l’obiettivo di restyling del Franchi sia diventato il pretesto per introdurre previsioni di consistenti superfici edificabili con destinazione commerciale e ricettiva, con conseguenti carichi urbanistici che si aggiungono a quelli già esistenti, non ammissibili per la vocazione a verde pubblico e a impianti sportivi indicata nelle previsioni urbanistiche fissate nella vigente normativa. La stessa soluzione “green” presentata nel progetto vincitore, che tende a nascondere sotto un cumulo di terra il nuovo costruito richiesto dal bando, appare la classica foglia di fico per nascondere le bruttezze: la soluzione richiama, infatti, più che una seria politica di transizione ecologica, una anacronistica prassi (si pensi al parcheggio “interrato” della Fortezza da Basso) attuata dalle Giunte degli ultimi 20 anni e che, almeno in attesa di un progetto esecutivo, solleva forti perplessità su fattibilità idrogeologica e costi di manutenzione.
La sezione fiorentina di Italia Nostra