Il Presidente della Cei ha concluso i lavori del Forum Vescovi-Sindaci del Mediterraneo con un forte appello alla pace riferendosi ai giorni drammatici che si stanno vivendo in Ucraina e citando più volte Giorgio La Pira
“La Carta di Firenze è un raggio di luce nell’ora più buia”. Con queste forti parole il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinal Gualtiero Bassetti, ha chiuso oggi i lavori del Forum Vescovi-Sindaci del Mediterraneo che da mercoledì si sta tenendo a Firenze. Il summit avrà il suo momento finale nella basilica di Santa Croce con la messa che stesso Bassetti sta celebrando, insieme ai vescovi che hanno partecipato al Forum svoltosi fra Santa Maria Novella e Palazzo Vecchio, e alla quale partecipa anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un richiamo energico quello dell’alto prelato riferito alla guerra che da quattro giorni sta insanguinando l’Ucraina invasa dalle truppe russe di Vladimir Putin.
Il presidente della Cei nel suo discorso si è riferito più volte all’esperienza del sindaco Santo Giorgio La Pira che ha definito “un mistico prestato alla politica”, “un servitore sincero del popolo”, un “maestro di vita e un benefattore dei popoli”. Ma soprattutto “un uomo libero che ha avuto il coraggio di sostenere opinioni scomode senza mai scendere a patti con la mentalità di questo mondo”.
“Abbattere muri, costruire ponti – ha continuato Bassetti -: questa è la splendida immagine elaborata da lui. Un’immagine che mutuò da quello che vide al Cairo nel 1967 dopo aver incontrato il presidente egiziano Nasser. In quell’occasione scorse «una squadra di operai abbattere i muri che erano stati costruiti davanti alle porte dell’albergo, come strumenti di difesa antiaerea». In quel gesto percepì il simbolo di una grande azione politica e culturale. Bisognava abbattere «il muro della diffidenza» tra i popoli e costruire ponti di dialogo tra le genti». E questa è ancora oggi la nostra sfida per il futuro: costruire ponti di dialogo tra le genti del Mediterraneo. Unire ciò che è stato diviso per secoli. Unire per la pace: una sfida epocale”.
Che poi ha concluso: “Oggi abbiamo bisogno di pace sociale nelle città e nel nostro mare. Il Mediterraneo, infatti, come ha ricordato papa Francesco, è diventato il «più grande cimitero d’Europa». Non possiamo rimanere indifferenti rispetto al grande flusso migratorio che ormai da tempo caratterizza il Mediterraneo. Dobbiamo perciò soccorrere e aiutare. Ma dobbiamo anche capovolgere il paradigma e la narrazione delle migrazioni: esse vanno viste non solo come un problema ma come una grande opportunità. Un’occasione per trasformare le nostre città in luoghi di accoglienza e di ospitalità. Oggi, però, un’altra emergenza scuote i nostri cuori. Le notizie drammatiche e le immagini ancor più inquietanti che provengono dall’Ucraina ci raccontano di una tragedia umanitaria a cui non avremmo mai voluto assistere. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo. A tutti coloro che stanno combattendo vorrei usare le parole semplici di un vecchio sacerdote: vi prego, vi scongiuro, fermatevi! In nome di Dio, no alla guerra! Mi permetto di evidenziare un ultimo aspetto: l’importanza della Carta di Firenze. Portatela nelle vostre città, nelle scuole, nelle comunità religiose, nelle parrocchie. Quella carta infatti è la testimonianza che esiste una coscienza mediterranea. Quella carta è un patto sociale, un patto di amicizia sociale. La Carta di Firenze è un raggio di luce nell’ora più buia.