Durissima presa di posizione del Comitato dei residenti di Santo Spirito dopo il via libera dato da Palazzo Vecchio come atto dovuto. “Sfida decisiva contro un’idea puramente mercantile e affaristica della città”
“Uno strappo violento al tessuto civile dell’Oltrarno e di tutta Firenze”. Non usa mezzi termine il comitato dei residenti di Santo Spirito per commentare la notizia dello sfratto alla Farmacia di piazza San Felice. Il provvedimento, autorizzato dal Comune dopo il parere favorevole del Dipartimento del Farmaco della Asl, è stato disposto dal tribunale su richiesta dei proprietari dell’immobile, la Palazzo San Felice Srl, nell’ottobre 2019 e fin qui rinviato a causa della pandemia. Non sono servite dunque le tante battaglie del comitato nato a difesa del presidio sociale e neppure l’impegno a salvare lo storico presidio sociale del sindaco Dario Nardella che oggi, a margine della presentazione dell’incontro Vescovi e Sindaci del Mediterraneo nel Cenacolo di Santa Croce, incalzato dalle domande dei cronisti, non ha voluto in alcun modo commentare il via libera dato da Palazzo Vecchio. “La Farmacia – spiega il portavoce Paolo Ermini -, che con i suoi arredi originali e i suoi preziosi cimeli costituisce una testimonianza viva della città granducale: è un ponte fra la storia e la città di oggi, una realtà che unisce il passato alla vita attuale del quartiere di Santo Spirito che da anni, tra ostacoli, indifferenza e ritardi delle istituzioni, cerca faticosamente di proteggere la sua identità. Il progetto di ristrutturazione dell’intero edificio non potrà sopprimere architetture e arredi che il passato ci ha consegnato perché li tutelassimo, ma svuotare la forma del suo contenuto, significa togliere la loro anima”.
Parole dure quelle utilizzate dal Comitato che considera lo sfratto “una grave sconfitta per il l’organismo impegnato a difesa della Farmacia, presieduto da Giovanni Pallanti, e per tutti quelli che si sono mobilitati al suo fianco, raccogliendo migliaia di firme e sensibilizzando l’opinione pubblica fiorentina”. Ma annuncia anche continuerà ancora a fare la propria parte “in una sfida decisiva, per la sua simbolicità, contro un’idea puramente mercantile e affaristica di Firenze, che vorrebbe svuotare la città di chi ancora ci abita o ci lavora, nei laboratori artigiani come nei negozi di vicinato, per farne il paradiso della rendita”.
“Secondo Palazzo Vecchio – conclude Ermini – il via libera concesso dal Comune allo sfratto, era un atto dovuto. Se ne prende atto, ma ora ci si aspetta che l’Amministrazione tenga fede a quanto dissero a suo tempo il Sindaco e gli assessori che andarono a esprimere solidarietà al farmacista, con ogni iniziativa che possa salvare la Farmacia, dov’è e com’è. A Dario Nardella e alla Giunta diciamo: le battaglie giuste vanno combattute con determinazione anche quando le possibilità di successo sono minime. E nel riconoscimento dell’importanza dell’iniziativa privata, all’imprenditoria di questo territorio rivolgiamo un appello: Firenze dà molto a tutti consentendo l’uso della forza internazionale del suo marchio, ma Firenze chiede in cambio il rispetto di se stessa e dell’interesse generale, che deve prevalere sugli interessi, e i profitti, di pochi”.