Gli agenti della Polizia sono intervenuti in uno stabile della periferia dopo la telefonata di una donna che aveva subito l’ennesima aggressione da parte del compagno
Suonano al campanello per consegnare una pizza. Ma al posto dei rider ci sono gli agenti della Polizia che mettono in salvo la donna che li aveva chiamati e arrestano il compagno per aggressione e maltrattamenti in famiglia.
E’ accaduto ieri sera in un appartamento della periferia di Firenze. La vittima della vicenda sarebbe stata così terrorizzata dall’uomo che quando, all’ennesima vessazione, ha afferrato il telefono per chiamare per la prima volta la Polizia non sarebbe riuscita a chiedere aiuto e a riferire l’indirizzo di casa. Dall’altra parte però un agente della Questura di Firenze, resosi subito conto che qualcosa non andava ha richiamato la donna fingendo di lavorare per una pizzeria che effettua consegne a domicilio: questa ha riconosciuto la voce e ha preso coraggio fornendo i suoi recapiti. In pochi attimi le volanti sono arrivate sotto l’abitazione della donna che nel frattempo si era rifugiata con i due figli minori a casa di parenti nel medesimo stabile.
Secondo quanto emerso, poco prima dell’arrivo della Polizia, era andata in scena l’ennesima aggressione da parte del compagno della donna, un marocchino di 34 anni tra l’altro già noto alle Forze dell’Ordine. Quest’ultima sarebbe stata infatti picchiata con un pugno in testa e diversi schiaffi per il solo fatto di aver perso troppo tempo nel passargli un cuscino e successivamente per aver provato a chiedere aiuto alla Polizia con la prima telefonata. Anche uno dei figli minori, che aveva cominciato a piangere assistendo alla scena, sarebbe stato colpito dal padre, che per zittirlo gli avrebbe messo una mano davanti alla bocca. Ma l’aggressione di ieri, a seguito di quanto ricostruito dai poliziotti, sarebbe stata una delle tante che si ripetevano ormai da diverso tempo. Durante la convivenza la donna sarebbe stata picchiata anche durante la sua gravidanza e nel corso di un episodio, avvenuto la scorsa estate, l’uomo avrebbe spaccato il cellulare della compagna, arrivando a spegnerle delle sigarette sul fianco.
La probabile gelosia del 34enne avrebbe inoltre fatto sentire la vittima come una prigioniera in casa, alla quale era permesso uscire solo un quarto d’ora per andare ad accompagnare il figlio più grande a scuola; se ritardava sarebbero cominciate le botte e le umiliazioni. L’uomo, sulla base degli elementi raccolti, è stato trasferito al carcere di Sollicciano per il successivo vaglio del Giudice. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori.