Con 262 voti a favore, 2 contrari e una scheda nulla i lavoratori hanno ratificato l’intesa. Salvetti: “Abbiamo strappato un accordo innovativo in un contesto sociale ostile. Questa fabbrica è per noi patrimonio del territorio, continueremo a vigilare”
Con 262 voti favorevoli, 2 contrari e una scheda nulla i lavoratori ex Gkn ora Qf spa hanno ratificato l’accordo quadro raggiunto al Mise il 19 gennaio. Al referendum tenutosi ieri in fabbrica, ha votato il 74% dei 354 aventi diritto.
L’accordo “prevede un percorso di reindustrializzazione condiviso, finalizzato a rilanciare il sito produttivo e garantire la salvaguardia occupazionale. Durante il periodo necessario a individuare possibili investitori saranno attivati tutti gli strumenti disponibili a sostegno dei lavoratori, anche per la riqualificazione professionale”. Al tavolo per il Mise il coordinatore per le crisi d’impresa Luca Annibaletti, Francesco Borgomeo, nuovo proprietario della fabbrica di Campi Bisenzio, il Ministero del lavoro, la Regione Toscana e gli enti locali, i sindacati.
“E’ un accordo sindacale avanzato e molto importante – ha detto Dario Salvetti delegato Rsu ex Gkn -, anche perché raggiunto in un contesto politico sociale ostile dove i rapporti di forza sono stati per anni (e sono ancora) a svantaggio dei diritti del lavoro. Il risultato della lotta e di questa votazione sottolineano che abbiamo strappato un accordo innovativo in una società ancora da innovare: un altro Stato, un altro Governo avrebbero salvato la fabbrica con le sue macchine e le sue produzioni. Questa reindustrializzazione – che invece è lo svuotamento della fabbrica per essere riempita con altri macchinari e altre produzioni – è un processo che abbiamo subito e di cui pagheremo il prezzo con mesi di ammortizzatori e incertezze. Eppure anche in questa situazione abbiamo seguito un’impostazione collettiva e comunitaria. Questo accordo trasuda responsabilità collettiva, sa di comunità. Il saldo occupazionale, la continuità di diritti che vengono conservati e tramandati, la commissione di proposta e di verifica: per noi questa fabbrica è un patrimonio del territorio e per questo continueremo a vigilare e a mobilitarci se necessario”.
Ecco i punti fermi dell’accordo: 1. tempistica certa della reindustrializzazione. Entro marzo proposte vincolanti, piano industriale essenziale ed entro fine agosto closing e passaggio di proprietà; 2. clausola anti-logoramento: se entro fine agosto non si palesa la reindustrializzazione, Qf procede direttamente alla reindustrializzazione con intervento di altri investitori o direttamente del capitale pubblico con Invitalia; 3. continuità occupazionale e di diritti. Il passaggio da Qf ad altro soggetto industriale avverrà in continuità occupazionale e di diritti contrattuali, anche in caso di cessione di ramo d’azienda; 4. gli appalti del futuro soggetto reindustrializzatore ripartiranno dagli ex dipendenti degli appalti Gkn. Ci sarà per le assunzioni un bacino di reclutamento che riparte da ex somministrati in Gkn. Si apre a un iniziale internazionalizzazione di numero limitato di lavoratori: la prima richiesta non negoziabile sono sette assunzioni; 5. il saldo occupazionale è fissato al momento del passaggio da Gkn a Qf. Questo vuol dire che se continuassero pensionamenti o dimissioni volontarie, il futuro reindustrializzatore dovrà comunque ripartire da 370 posti di lavoro. Quindi, il posto di lavoro non viene considerato un tema individuale ma un patrimonio collettivo del territorio; 6. Diritto di proposta e verifica. Viene formata una commissione di proposta e verifica sulla reindustrializzazione dove la Rsu è presente e può avanzare proposte in merito alla reindustrializzazione, così come richieste di verifica.