Una mostra nella sede della Prefettura indaga i legami con la città dove il grande maestro del Rinascimento mosse i suoi primi passi e invita anche a scoprire e ad approfondire le testimonianze pittoriche nel territorio della Toscana
La Cappella dei Magi ovviamente, bella da togliere il fiato e capace di far precipitare il turista o il visitatore in un’atmosfera quasi magica in cui è possibile ritrovare nelle scene d’assieme visi e volti della famiglia più potente di Firenze. Ma anche i legami con la città dove il pittore mosse i suoi primi passi e con cui manterrà sempre una relazione speciale tanto da firmarsi “Magister Benotius florentinus”, oppure “benozius florentinus” o semplicemente “pictor de Florentia”.
Palazzo Medici Riccardi ospita fino al 10 marzo 2022 la mostra “Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi” promossa da Città Metropolitana di Firenze, organizzata da MUS.E e curata di Serena Nocentini e Valentina Zucchi. Un percorso che fra opere originali e creazioni multimediali, accompagnerà il pubblico a scoprire la vita e l’opera del grande maestro del Rinascimento italiano, per poi condurlo ad approfondirne le testimonianze pittoriche in città e nell’intero territorio toscano.
Si parte dunque dal capolavoro eseguito da Benozzo su commissione dei Medici, alla fine degli anni Cinquanta del Quattrocento. L’avvicinamento alla potentissima famiglia fiorentina si ha probabilmente già in età giovanile, quando il pittore segue il lavoro di Beato Angelico nel convento di San Marco, trovando poi la sua più compiuta manifestazione proprio nella Cappella dei Magi. Si tratta di un rapporto saldo che accompagna l’artista per tutta la sua lunga carriera, tanto che Benozzo non esiterà a definirsi, in una lettera rivolta a Lorenzo Medici del 1467, «vostro e della vostra chasa». Nella Cappella, affrescata nel 1459 con il Viaggio dei Magi e il Giardino del Paradiso, convergenti nell’Adorazione del Bambino Gesù di Filippo Lippi sull’altare, risaltano tanto la sua maestria nella tecnica pittorica murale quanto la finezza esecutiva nel rendere i paesaggi, i personaggi, i dettagli, intrecciando storia sacra, atmosfera fiabesca e attualità contemporanea.
L’esposizione promuove inoltre le connessioni con il territorio fiorentino e toscano, evidenziando i luoghi della città e del territorio nei quali Gozzoli ha operato e in cui sussistono sue testimonianze artistiche, allargando lo sguardo fino a San Gimignano, Castelfiorentino e Pisa e stimolando la visita dei “luoghi gozzoliani” in città e in Toscana. Ogni sala indagherà uno di questi aspetti e in ogni ambiente, intorno alle opere scelte, saranno elaborati apparati visivi e multimediali narrativi. L’allestimento museografico, firmato da Luigi Cupellini, offre il massimo risalto ai dipinti e ai disegni concessi in prestito, intrecciandovi ulteriori elementi che permetteranno di integrare la narrazione e di espanderne il racconto. A questi si affianca una rosa di disegni dell’artista e della sua bottega riconducibili agli anni fiorentini o correlati all’iconografia della Cappella, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Musée du Louvre di Parigi. Un’evidenza specifica poi sarà offerta alle testimonianze documentarie che esplicitano il rapporto di vicinanza dell’artista con la famiglia Medici, attestato dalle lettere custodite presso l’Archivio di Stato di Firenze: celebri sono gli scambi epistolari che intercorrono fra il nostro pittore, Piero de’ Medici e Roberto Martelli nel caldo luglio del 1459 sui serafini e i cherubini appena dipinti in Cappella, che al committente non erano inizialmente sembrati “a proposito”.
Infine, grazie alla collaborazione con la Biblioteca Medicea Laurenziana, sarà esposto il codice che testimonia la presenza dell’antica iscrizione un tempo presente presso la cappella, vera e propria “chiave di accesso” per la comprensione dell’intero programma iconografico dell’ambiente, preceduto da un commento esplicativo: «I doni dei Re, le preghiere degli spiriti superni, la mente della Vergine sono le cose sacre dell’altare. Tieni lontano, o folla profana, il piede».
Per tutto il periodo dell’esposizione è previsto inoltre un ricco calendario di visite, di approfondimenti tematici, di conferenze, di attività e di laboratori rivolti alle diverse tipologie di pubblico, che vedranno nella festa dell’Epifania, fortemente connessa con l’iconografia della Cappella, un momento di particolare rilievo. “Quale miglior luogo per celebrare il seicentenario della presunta nascita di Benozzo Gozzoli? – dicono in chiusura le curatrici della mostra Valentina Zucchi e Serena Nocentini. – Palazzo Medici conserva uno dei capolavori del Rinascimento, la Cappella dei Magi, commissionata dalla prestigiosa famiglia Medici che, con quest’opera, ha legato per sempre il suo nome a Firenze e nella quale si fondono anche le abilità di Benozzo. Le opere reali presenti dialogheranno con i linguaggi multimediali, invitando lo spettatore a scoprire particolari di intensa e poetica realtà. Riconoscere che la tecnologia è uno strumento prezioso per il nostro vivere e non un obiettivo, significa dare ancora una volta centralità alla persona, come in fondo avvenne proprio nel Rinascimento, quando il nostro Benozzo dipinse la Cappella dei Magi di questo palazzo.”