Ieri a tarda sera è finito il tavolo con vocato dal Mise in videoconferenza. Ma è presto per dire se si tratti di una svolta vera. Todde: “Servirà a offrire più tempo per una proposta seria e credibile”. Rsu: “Occorrono garanzie strutturali”
Licenziamenti sospesi e ipotesi di reindustrializzazione attraverso l’acquisizione ponte da parte dell’advisor Francesco Borromeo. C’è molta prudenza e cautela, ma alla fine del tavolo Gkn convocato in video conferenza e conclusosi a tarda sera a Roma nella sede del Mise sono queste le due novità importanti legate alla vicenda dei 422 operai dello stabilimento di Campi Bisenzio che dal luglio scorso sono in presidio permanente per difendere il proprio posto di lavoro dopo la decisione del fondo di investimento internazionale Melrose di mettere in liquidazione il sito produttivo.
E’ presto per dire si si tratti di una svolta, ma il summit ha fatto segnare alcuni elementi nuovi come del resto sottolineato dalla Regione e dal sindaco di Campi Emiliano Fossi che ha partecipato alla riunione assieme al consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali Valerio Fabiani (il governatore era assente per impegni istituzionali a Bruxelles) e il capo di gabinetto Paolo Tedeschi l’assessora al lavoro Alessandra Nardini, l’assessora al lavoro del Comune di Firenze Benedetta Albanese, e Giovanni Bettarini per la città metropolitana di Firenze. Per il ministero, oltre al viceministro Alessandra Todde che ha seguito fin dall’inizio il caso, era presente il responsabile crisi Luca Annibaletti e Riberto Rizzardo per Invitalia. Gkn si è presa un paio di settimane per decidere sull’acquisizione ponte, mentre del Lavoro ha dato piena disponibilità a supportare il percorso con l’ammortizzatore sociale più adeguato e il Mise ha dato la disponibilità per favorire la proposta ponte e il successivo progetto proposto dall’ advisor di reindustrializzazione dello stabilimento. “La proposta ponte – ha detto Todde – servirà a offrire ulteriore tempo per lavorare con tutte le parti ad una proposta seria e credibile. Invitalia sarà disponibile a valutare come sostenere il progetto, inoltre convocheremo nelle prossime settimane un primo incontro tecnico per dare seguito a ciò di cui si è discusso oggi”.
Fossi e le istituzioni sottolineano “che sono emerse novità interessanti, che devono essere valutate con attenzione e cautela, in un processo trasparente di coinvolgimento di tutte le parti. Il tema è la continuità del sito produttivo e la tutela dei livelli occupazionali, sia per quanto riguarda i 422 direttamente coinvolti che i lavoratori e le lavoratrici degli appalti. Non vogliamo che sia disperso questo patrimonio di professionalità, intendiamo far sì che siano poste tutte le condizioni per una seria prospettiva di reindustralizzazione e per questo chiediamo al governo che svolga un ruolo attivo per arrivare all’esito positivo di questa vertenza, come ha assicurato la viceministra Todde. Bene così – concludono – la sospensione delle procedure di licenziamento: questa era la condizione imprescindibile per andare avanti e non pregiudicare l’esito di questo percorso”.
Resta scettico Dario Salvetti, dell’Rsu Gkn: “Il Ministero ha poco da essere soddisfatto per quello fatto in questi mesi, noi siamo qua grazie alla mobilitazione all’articolo 28 vinto a settembre che ha bloccato la procedura di licenziamento. Senza tutto questo, Gkn Firenze oggi non esisterebbe più. Quello che diciamo ieri, lo diciamo oggi e lo diremo domani: è necessaria la continuità produttiva, occupazionale e il mantenimento dei diritti acquisiti in questi anni, e comunque dovrà essere garantito il reinserimento delle lavoratrici e lavoratori degli appalti. Noi non ragioniamo in termini di sfiducia o fiducia, ma di garanzie strutturali. Per questo chiediamo un ruolo di Invitalia e dello Stato. Il tema degli ammortizzatori lo vedremo quando sarà chiaro il percorso da A a B. Per il resto chiediamo alla Regione di continuare a studiare assieme a noi tutte le ipotesi che stiamo vagliando assieme alle intelligenze collettive del territorio, ai ricercatori solidali per la proposta di un polo per la mobilità sostenibile. Le reindustrializzazione è stata finora su questo territorio solo lo strumento per far scappare le multinazionali. Se si vuole dimostrare che questa volta non è così, si diano i necessari approfondimenti e le garanzie necessarie, nero su bianco”.