Questa mattina l’intitolazione della piazza che porta il suo nome accanto alla Leopolda e al viale Fratelli Rosselli. “Ha lasciato un’impronta di modernizzazione nella città e ha avuto un ruolo importantissimo nella storia di Firenze”
Una piazza e presto anche il capolinea della linea tramviaria per le Piagge-Campi Bisenzio. Ad un anno esatto dalla scomparsa, Firenze ha ricordato così Giorgio Morales sindaco della città in uno dei momenti più complessi per la vita politica italiana caratterizzato dal passaggio fra la prima e la seconda Repubblica. Da stamattina dunque l’area che si apre sulla sinistra di via Elio Gabbuggiani, accanto alla Leopolda, con accesso sia da questa strada che da viale Fratelli Rosselli, porta il suo nome. La cerimonia di intitolazione ha visto la partecipazione fra gli altri del sindaco Dario Nardella e dell’assessore alla Toponomastica Alessandro Martini, del presidente della Regione Eugenio Giani, della vicepresidente del consiglio comunale Maria Federica Giuliani e dei figli di Morales, Silvia e Nicola.
“Sono veramente molto felice di poter ricordare un mio illustre predecessore – ha dichiarato il sindaco Nardella – e sono anche commosso al pensiero di averlo incontrato pochi giorni prima della sua scomparsa, a novembre dell’anno scorso quando celebrammo insieme l’80esimo compleanno di Mario Primicerio a Palazzo Vecchio. Lo chiamai per chiedergli se volesse partecipare a questa sorpresa per Primicerio e lui non esitò nonostante la salute fosse già cagionevole. Venne a Palazzo Vecchio e festeggiammo insieme Primicerio e dopo poco più di due settimane Morales ci lasciò. Oggi è giusto che Firenze lo ricordi con questo toponimo con un legame perenne”.
Ma c’è di più, perché non solo la piazza porterà il suo nome ma come detto anche il capolinea della linea 4 della tramvia che si chiamerà Porta a Prato-piazza Giorgio Morales. “Ci siamo attivati perché volevamo dare un segno forte di come Morales abbia lasciato una impronta davvero importante nella nostra città e ci siamo riusciti ad un anno esatto dalla sua scomparsa – ha aggiunto l’assessore Martini –. Morales è stato un appassionato della politica, un amministratore molto capace, un uomo di cultura ma anche una figura molto popolare tra i cittadini. Stamani ho portato per conto dell’Amministrazione i fiori sulla sua tomba al cimitero di Rifredi e mi ha colpito come un uomo che è stato sindaco di Firenze e ha fatto tante cose per la città sia sepolto in mezzo a cittadini comuni. È un segno importante: un grande uomo che riposa in mezzo alla sua gente, una piazza a lui intitolata nella sua città per sempre”.
Sabato scorso la città aveva voluto dedicargli un primo importante omaggio con il convegno “Al timone di Firenze tra la prima e la seconda Repubblica con la forza dell’amore per la sua città” svoltosi nel “suo” Salone de’ Dugento. Relatori erano stati il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il senatore Riccardo Nencini, Valdo Spini e Giovanni Pallanti. In quella circostanza la vice presidente del Consiglio Comunale Maria Federica Giuliani aveva ricordato Morales come “un grande uomo ed un grande politico che ha lasciato un’impronta di modernizzazione della nostra città da cui ancora oggi traiamo benefici. Per molti di noi rimane un esempio di buona politica da seguire“.
Commosse anche le parole del presidente della Regione Eugenio Giani che lo ebbe come maestro quando la vicinissima federazione provinciale del Psi di viale Fratelli Rosselli era una vera e propria fucina per i giovani talenti del socialismo riformista fiorentino. “Morales – ha detto – è stato un sindaco particolare Era il 1993 quando mi chiamò in Giunta al Comune di Firenze. Avevo 34 anni e per me fu un battesimo del fuoco. Con lui impostammo la tranvia con uno studio di fattibilità, che fruttò poi i primi 30 milioni di euro di finanziamenti. Da lì partì il lungo iter della realizzazione dell’infrastruttura ferroviaria cittadina”. Ma è stato anche il sindaco che ha contribuito al trasferimento di tre Facoltà con la creazione del Polo delle Scienze sociali a Novoli e alla realizzazione del nuovo Palazzo di giustizia con il Piano di recupero del quartiere. Ma ciò per cui passerà alla storia è stato il suo fermo appoggio al decentramento, ai Consigli di quartiere e fu il primo sostenitore della legge che li istituì. Insomma è stato un grande amministratore che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia di Firenze, con un percorso politico lineare. Gli sono sempre stato amico e ricordo l’ultima telefonata che mi fece durante la mia campagna elettorale: mi dette molti buoni consigli. Sono felice che da oggi sia ricordato attraverso l’intitolazione di questa bella piazza”.