La consegna dell’autoritratto di Marco Lodola alle Gallerie si è trasformata in una performance indimenticabile con Morgan che ha prima eseguito Bohemian Rhapsody e poi duettato con Gigliola Cinquetti, Madonna l’anno scorso del presepe pop dell’artista pavese
Ci si può emozionare fino al punto di lasciarsi andare alle lacrime durante la presentazione di un evento culturale importante come la donazione alle Gallerie degli Uffizi del proprio autoritratto da parte di un artista quotato come Marco Lodola, autore l’anno scorso del Presepe “Pop” con i grandi della musica leggera italiana che illuminava il celeberrimo museo fiorentino durante il periodo natalizio?
Ci si può eccome, soprattutto se l’evento è accompagnato dalla straordinaria performance di Morgan che, assieme ad Andy suo compagno ai tempi dei Bluvertigo, si è esibito in una personalissima lettura di Bohemian Rhapsody, bella da far accapponare la pelle e capace di riportare l’orologio indietro nel tempo a quando Freddie Mercury e i Queen incantavano le platee di tutto il mondo. E non è un caso la scelta del brano, visto che domani saranno 30 anni esatti dalla scomparsa della stella che ha cambiato la storia del rock. Con lui una Gigliola Cinquetti senza tempo e finalmente con l’età (ci perdonerà la battuta, scontata sì ma in un certo senso obbligata), La Madonna nel Presepe Pop, alla quale basta intonare pochissime note per suscitare emozioni e ricordi incancellabili fra “Non ho l’età” e la struggente “Arrivederci” di Umberto Bindi. Ciliegine sulla torta Vittorio Sgarbi e l’ex manager della Rai Nicola Sinisi.
E’ stata una cerimonia super pop, quella andata in scena questa mattina all’Auditorium Vasari trasformato per l’ occasione in una sala da concerto con tanto di pianoforte a coda, per accogliere la speciale musicale esibizione di Andy e Morgan. Al centro, a fare da protagonista, lo stesso autoritratto di Lodola: Un volto scolpito nel neon, prima “scultura di luce” nel suo genere ad entrare nella collezione della Galleria degli Uffizi alta oltre un metro per un metro, Il Volto e l’Anima, realizzata in perspex, che raffigura l’autore nei suoi quarant’anni.
“E’ una strana sensazione – ha confessato Lodola – stare accanto ai grandi del passato. Firenze poi è una città che amo molto. Io ho studiato a qua, all’Accademia delle belle arti, anche se non l’ho frequentata tanto perché la mattina, quando bigiavo, venivo qui agli Uffizi a imparare. La visione delle opere esposte è la migliore delle lezioni. Questa è una giornata bellissima che non dimenticherò, però tutto sommato sono anche triste perché dopo una cosa così non so più cosa sognare. Spero che oggi sia un altro inizio, perché ho finito i sogni. Ed oggi ci hanno anche accompagnato due vere rockstar, anzi tre perché si sarà Morgan, Andy e poi soprattutto la “Madonna” Gigliola Cinquetti. La musica me la porto sempre con me, una colonna sonora fondamentale della mia storia di artista e di uomo”.
A trascinare lo show della donazione è stata comunque la musica con una cavalcata tra alcuni dei più noti successi internazionali tra i quali Love me tender, Heroes e Singing in the rain. “Abbiamo aperto la Galleria ad autori di ogni genere, al fumetto, alla street art – ha aggiunto Schmidt -: oggi la apriamo alla scultura di luce, che é il tratto distintivo di Lodola. Questa opera resta anche a testimonianza del presepe luminoso, da lui creato che ha allietato gli Uffizi nello scorso Natale”. Per Sgarbi l’ingresso di Lodola è una testimonianza importante in quello che è un museo vivo: “Schmidt è un ‘ragazzo’, ormai pienamente italiano, fiorentino e pure provocatore. In una selva italiana di musei tombe. Il vero museo contemporaneo italiano ora sono gli Uffizi, gli Uffizi secondo Eike Schmidt”.