Alla cerimonia fra gli altri ha preso parte anche il presidente Figc Gabriele Gravina che ha proposto di intitolare a Pablito lo stadio Olimpico di Roma
Un scultura in bronzo alta in tutto due metri fra l’opera vera e propria e il basamento che la sostiene, realizzata dall’artista fiorentina Elisa Morucci e installata nel suo quartiere a Santa Lucia. E un titolo semplice ma fortemente evocativo: Paolo. Così Prato ha omaggiato il grande campione Paolo Rossi scomparso il 9 dicembre 2020.
L’opera è stata inaugurata questo pomeriggio alla presenza della famiglia di Pablito come era affettuosamente chiamato e universalmente conosciuto dopo il Mundial 1982 vinto dall’Italia con lui spettacolare capocannoniere della manifestazione, della moglie Federica Cappelletti, di alcuni ex compagni di Nazionale fra cui i campioni del mondo 1982 Giancarlo Antognoni e Giovanni Galli, del sindaco di Prato Matteo Biffoni e dell’assessore allo sport Luca Vannucci, oltre al presidente della Figc Gabriele Gravina che nella circostanza ha rivelato il desiderio della Federazione di intitolargli lo stadio Olimpico.
“Abbiamo avviato un percorso di riconoscenza per Paolo, come memoria storica. Abbiamo intitolato a lui la nostra sala del consiglio federale – ha spiegato Gravina – e mi piacerebbe dedicargli anche lo Stadio Olimpico di Roma. Abbiamo dato la disponibilità ma non dipende da noi. Non è facile considerando la natura giuridica dell’ente che lo gestisce, ma sarebbe un grande gesto”.
Il bronzo è vicino al campo sportivo che è intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo, e dove il futuro campione del mondo all’età di 5 anni iniziò a giocare a calcio. “Noi volevamo iniziare a celebrare Paolo Rossi – ha aggiunto Biffoni – magari dedicandogli uno spazio pubblico. Ma una suggestione c’era: partire proprio da qui, da Santa Lucia, da casa sua. E ci siamo riusciti. Tenevamo molto a quest’opera che è solo la prima di una serie di tappe di ricordi che qui a Prato tributeremo al Campione”.
Per Elisa Morucci “La cosa veramente interessante, è stata la ricerca di una chiave che potesse testimoniare non soltanto l’aspetto ‘eroico’ dello sportivo, legato a forza, volontà, sacrificio, lealtà, ma anche l’umanità semplice. L’artista aveva espresso anche il desiderio di coinvolgere anche una rappresentanza del calcio femminile italiano. All’invito ha risposto Ludovica Mantovani, Presidente della Divisione Calcio Femminile FIGC: “Ho avuto il privilegio di conoscere Paolo Rossi a 12 anni, al rientro dai Mondiali 82, in casa con la mia famiglia. Sono subito stata colpita dalla sua semplicità e negli anni ho potuto apprezzare sempre di più l’uomo. Era una persona piena di valori, ci ha arricchiti come amico e ci ha fatto sognare da calciatore. Sono certa che attraverso le varie testimonianze e narrazioni la sua storia continuerà a toccare il cuore degli appassionati».