Sarà esposta al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum in una mostra dedicata alla rappresentazione della Vergine con il Figlio nel Rinascimento
Un’altra opera di Sandro Botticelli, La Madonna con il Bambino, Giovanni Battista e due angeli, lascia per un breve periodo la Galleria dell’Accademia di Firenze per andare a Innsbruck dove sarà ospitata al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, al centro di una mostra intitolata “Un Botticelli per Innsbruck”, dedicata alla rappresentazione della “Vergine con il Figlio” nel Rinascimento, sia in Italia che a nord delle Alpi. “È un momento di grande fermento per la Galleria Accademia di Firenze – dichiara con soddisfazione il direttore Cecilie Hollberg – soprattutto per quanto riguarda le collaborazioni con prestigiose istituzioni europee e internazionali. Dopo il Musée Jacquemart-André di Parigi, è la volta del Ferdinandeum di Innsbruck dove un importante dipinto della nostra collezione sarà protagonista di un’esposizione in cui dialogherà con altri quadri raffiguranti lo stesso soggetto di autori tedeschi e olandesi del XV e XVI secolo, come ad esempio Albrecht Dürer. Botticelli è uno dei pittori più importanti in assoluto, amato in tutto il mondo e in questa mostra si sottolinea, in particolare, la dolcezza e la grazia dei suoi soggetti sacri come questo, nel quale la Vergine si rivolge al bambino Gesù con un gesto di grande intimità. Una dolcezza che ha esercitato un grande fascino non solo sugli artisti italiani”.
La Madonna con il Bambino, Giovanni Battista e due angeli, datata 1468 (nella foto), è un’opera giovanile del pittore rinascimentale che, pur rimanendo legato allo stile dei maestri, quali Verrocchio e Filippo Lippi, mostra una volontà di emanciparsi dagli illustri modelli. Botticelli utilizzerà più volte questo modello iconografico, perfetta sintesi di elementi reali ed ideali di bellezza e virtù. La tavola, per il piccolo formato probabilmente era destinata alla devozione domestica. Fino al 1900 si trovava presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova e dal 1919 è esposta presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.