Battesimo di Giunta a Palazzo Marino per il neo assessore alla cultura dopo l’addio a Palazzo Vecchio. “Città come un palcoscenico, che può essere interpretata in tanti luoghi con un’accensione simultanea culturale”
Ripartire dai quartieri, che era un po’ il medesimo obiettivo di quando arrivò a Firenze come Consigliere speciale del sindaco Dario Nardella per la cultura. Nel frattempo però sono passati sette anni e mezzo, da consigliere speciale è divenuto assessore e sotto i suoi input la città del Giglio ha potuto vivere una lunga e intensissima stagione culminata con mostre internazionali, performance artistiche che hanno scatenato anche qualche polemica ma hanno portato visitatori in città, i grandi festival musicali capaci di riunire alle Cascine oltre 200.000 spettatori sotto le insegne del rock, l’Estate Fiorentina, la spinta a teatri e biblioteche letteralmente che hanno vissuto una nuova vita fermata soltanto dalla pandemia. E adesso che da poche ore è tornato a Milano, sua città natale amatissima, nella squadra del confermatissimo sindaco Beppe Sala come indipendente, per Tommaso Sacchi l’intento è lo stesso: ripartire dalle periferie, in una visione di città come un grande palcoscenico, che può essere interpretata in tanti luoghi con uno sbocciare simultaneo di cultura.
“Intanto – come ha spiegato nella sua prima intervista a Radio Popolare, storica emittente milanese – abbiamo cominciato subito e questa è una cosa molto bella. La giunta Sala che sto cominciando a conoscere in queste ore è un gruppo di governo territoriale che ha deciso di partire immediatamente con delle decisioni, delle scelte e quindi io mi sto organizzando per una partenza immediata. Una partenza immediata che per quanto mi riguarda vorrei dedicare alle cosiddette periferie. La mia idea di cultura, per chi conosce il mio lavoro che mi ha permesso di raccontarla anche da Firenze quando ho svolto il mio ruolo di assessore nel mandato attuale del sindaco Dario Nardella, riguarda una interpretazione della città come palcoscenico: una città che può essere interpretata in tanti luoghi con un’accensione simultanea di cultura. Partire quindi da una legittimazione delle reti culturali della periferia cittadina e dunque una sorta di cultura di cintura in una città così estesa come Milano che è la mia città. Sono stato benissimo a Firenze a fare tutto quello che mi era concesso fare sui temi della cultura, ma sono molto molto felice di tornare a Milano e di ripartire da questa idea di luoghi non centrali perché credo che su questo punto di possa fare veramente tanto e si debba fare veramente tanto: teatri, biblioteche, circoli socio culturali che vanno un po’ riattivati e legittimati”. Sacchi ha la idee chiare anche sulla ripartenza post Covid che sarà un punto fondamentale “Sul pubblico – spiega ancora all’emittente meneghina – dobbiamo fare davvero un grandissimo lavoro che non riguarda solo Milano. Bisogna riconquistare una consuetudine, una fiducia, una voglia di partecipare al momento culturale perché qualcosa purtroppo e cambiato e non è detto che non si possa tornare a vivere e a far vivere la città come tutti vogliamo”.
Oltre alla cultura, Sacchi avrà si occuperà della gestione dei Grandi Eventi, dei rapporti con i Municipi e della gestione e sviluppo della Fondazione Scuole civiche. Una scommessa ulteriore, bella e impegnativa, sulla quale un ruolo decisivo certamente lo giocherà la sua esperienza fiorentina di cui qualcuno in riva all’Arno già comincia a sentire la mancanza.
Foto: © Comune di Milano