Nei prossimi giorni saranno accolte a Coverciano nel corso del raduno della Nazionale femminile. Nardella: “Organizzeremo degli incontri nelle scuole, così i nostri studenti sapranno cosa vuol dire battersi per il proprio Paese e per i diritti umani”
Adesso sono al sicuro, lontano sì dal loro paese ma con la prospettiva di vivere finalmente in libertà. Senza costrizioni di carattere religioso, senza dover rinunciare al loro essere ragazze, atlete e studentesse. Sono le tre calciatrici afghane di Herat che dopo una fuga di 24 ore per arrivare a Kabul e dopo la paure di essere scoperte e uccise sono infine arrivate in Italia e a Firenze dove queste pomeriggio hanno ricevuto l’abbraccio del sindaco Dario Nardella, dell’assessore al welfare Sara Funaro, di parte della giunta, del prefetto Alessandra Guidi e di Renzo Ulivieri in rappresentanza dell’Asscoiazione allenatori di calcio che hanno voluto salutarle nel Salone de’ Dugento a Palazzo Vecchio. Per evidenti motivi di sicurezza nessun nome è stato reso noto, né delle ragazze e neppure dei loro accompagnatori.
“Visto che saranno in città fino a quando ce ne sarà bisogno e lo vorranno – ha detto Nardella – abbiamo pensato di organizzare degli incontri nelle scuole di Firenze. I nostri studenti potranno così ascoltare queste ragazze e capire direttamente cosa significa battersi per il proprio Paese e per i diritti umani”. Nei prossimi giorni le ragazze saranno accolte al Centro tecnico di Coverciano nel corso del raduno della nazionale femminile. La Figc si occuperà di fornire loro materiale sportivo, aiutarle nello studio dell’italiano, di formarle calcisticamente in modo da prepararle ad un tesseramento per una squadra femminile del nostro Paese. i recenti avvenimenti in Afghanistan non hanno lasciato indifferente il calcio italiano. “Qui la politica non c’entra – ha aggiunto Renzo Ulivieri – C’entra l’uomo, il rispetto dell’uomo e l’amore verso gli altri. Queste ragazze si integreranno con i tempi che riterranno necessari, intanto noi le auguriamo di poter vivere in pace, senza paura”.
Complessivamente dall’inizio della crisi sono adesso 27 i rifugiati afghani arrivati e ospitati a Firenze: presto se ne aggiungeranno altri 14. “Siamo cresciute guardando le partite alla televisione, il calcio è il nostro sport – hanno detto le tre ragazze -. Vogliamo essere un segnale di speranza e fiducia per tutti i cittadini dell’Afghanistan che sognano di vivere in una società libera. Vogliamo con lo sport mandare un segnale a tutte le donne del Paese”.