L’intervento del primo cittadino al Meeting di Comunione e Liberazione insieme all’annuncio del G20 ecclesiale a Firenze nei primi mesi del 2022
Nei primi mesi del prossimo anno Firenze ospiterà il G20 ecclesiale. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella intervenendo all’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ in programma al Meeting di Rimini in un dialogo con il presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, moderato dal presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli Bernhard Scholz.
“Per questa occasione – ha aggiunto – vogliamo allargare l’incontro ai sindaci dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo: si tratta di un appuntamento molto importante dal punto di vista religioso, politico e sociale che punterà su proposte e progetti comuni per riappropriarci di un Mare Nostrum che negli ultimi anni, dilaniato da tensioni e scontri, sembra non appartenere più a nessuno”.
Nardella ha ricordato che il convegno dei vescovi segue quello di Bari che si è svolto nel 2020 e che saranno invitati i principali sindaci e rappresentanti politici dei Paesi dell’area mediterranea. “Questo incontro – ha sottolineato – nasce sulla scorta delle grandi intuizioni che Giorgio La Pira ebbe negli anni ‘50 del secolo scorso: riunire a Firenze i principali sindaci mondiali e far germogliare quei ‘dialoghi sul Mediterraneo’ dove intervennero politici, uomini di cultura e religione da tutto il mondo per dialogare su una pace possibile. Erano i tempi della guerra fredda eppure La Pira fece incontrare il sindaco di Washington e il segretario del soviet di Mosca. Oggi il Mediterraneo è luogo di scontri, guerre, morti: il Mare Nostrum sembra un mare di nessuno. Tornare a metterlo al centro potrà essere utile per non far cadere nel dimenticatoio quegli incontri formidabili e per farci sentire tutti corresponsabili, di come il Mediterraneo debba e possa diventare un luogo di pace”.
Nardella ha concluso annunciando una proposta che lancerà ai sindaci mediterranei proprio durante il meeting del prossimo anno: “Sarebbe bello che in ognuna di quelle città il sindaco e l’autorità religiosa di quel paese costruiscano insieme un centro per il dialogo per le religioni, un luogo dove l’io diventa noi, dove il dialogo religioso fa fermentare un nuovo modo di stare insieme. Chi è a contatto con i cittadini può indicare una strada concreta, e questo vale per tutte le grandi sfide che abbiamo di fronte a noi, dal clima all’accoglienza dei profughi”.