E’ la controproposta del viceministro Alessandra Todde che l’Ad dell’azienda Andrea Ghezzi ha deciso di valutare. Obiettivo, avviare una vera trattativa sul futuro dello stabilimento di Campi e nell’immediato sospendere la procedura di licenziamento per i 422 lavoratori. Manifestazione l’11 agosto in piazza Signoria
13 settimane di Cassa integrazione crisi senza costi per l’azienda, per bloccare al momento la procedura di licenziamento. Poi si valuterà come procedere. Nel frattempo, attraverso Invitalia, si cercherà anche un interlocutore interessato. E’ la controproposta del viceministro Alessandra Todde (M5S), e forse il primo leggerissimo spiraglio senza farsi però troppe illusioni, che chiude il tavolo sulla Gkn e i 422 licenziamenti annunciati via mail dall’azienda di proprietà del fondo di investimento internazionale Melrose convocato nel pomeriggio in Prefettura al quale hanno partecipato oltre a Todde il presidente della Regione Eugenio Giani (che non prenderà parte poi alla conferenza stampa finale), il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, il comune di Firenze, Confindustria Firenze e sindacati.
Come la volta precedente Gkn è invece intervenuta in videoconferenza. Una controproposta con l’obiettivo di riuscire ad avviare un percorso che comprendesse anche le organizzazioni sindacali e permettesse di avviare una vera trattativa che l’Amministratore delegato dell’azienda, Andrea Ghezzi, ha deciso di valutare. Tavolo dunque sospeso in attesa degli sviluppi futuri ma anche pronto ad essere riconvocato a strettissimo giro di posta nel momento in cui dovesse arrivare la risposta dell’azienda. “Noi – ha ricordato Todde – non stiamo discutendo se sia possibile aprire o no una procedura di licenziamento, stiamo discutendo del fatto che un simile atteggiamento da parte dell’azienda scarica tutta la responsabilità sociale dei lavoratori solo sulle istituzioni e le parti sociali: e i lavoratori non sono oggetti da prendere o scaricare. Il mio compito è quello di mediare ma anche di richiamare alla responsabilità. Non stiamo negando la complessità della vertenza ma va detto che non stiamo parlando di un’azienda con problemi specifici. Anzi. Questo tavolo serve a trovare delle soluzioni serie e concrete, che mettano in sicurezza il perimetro occupazionale e l’attività produttiva”.
Che poi ha aggiunto: “Il Gruppo GKN ha preso più di 3 milioni di euro di contributi pubblici negli ultimi anni. Se si prendono i soldi dello stato, si deve mantenere atteggiamento coerente da parte del gruppo senza fare scelte unilaterali e coinvolgendo per tempo le istituzioni. Le 13 settimane di CiG non hanno un costo per l’azienda e ci permettono di bloccare la procedura di licenziamento. Al termine, valuteremo coralmente come procedere. Ho sospeso il tavolo e siamo pronti a riconvocare in tempi rapidi, anche nelle prossime ore non appena l’azienda ci risponderà in merito”. Positiva la valutazione del Governatore toscano Giani: “Condividiamo la proposta della viceministra Todde di aprire un percorso più responsabile ovvero di una possibile cassa integrazione Covid di 13 settimane in cui ci sia modo di interloquire con chi ha manifestato interesse per una eventuale reindustrializzazione. Non possiamo accettare che un’azienda che ha commesse per l’80% dalla Fiat Stellantis e alta capacità tecnologica possa chiudere da un giorno all’altro lasciando una ferita di questa portata”. E del sindaco metropolitano Dario Nardella: “La proposta della viceministra Todde è chiara. Le istituzioni sono compatte. Ora attendiamo la risposta dell’azienda. Urgono soluzioni concrete e serie per i lavoratori e norme per impedire che situazioni del genere si ripetano”.
Giù in strada il presidio dei lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio che hanno improvvisato un piccolo corteo e hanno distribuito volantini in tre zone della città annunciando per l’11 agosto (giorno scelto non a caso, è la Liberazione di Firenze) una manifestazione che prenderà il via dall’Arengario di Palazzo Vecchio alle 20.30. “Alla Gkn – dicono – non sono solo in gioco 500 posti di lavoro, ma il nostro futuro. Perché se sfondano qui in una fabbrica grande, sindacalmente consapevole e organizzata, sfondano dappertutto. Torniamo a insorgere con rabbia, orgoglio e dignità. L’abbiamo già fatto. Suoniamo la Martinella perché c’è da andare in guerra e liberarsi”.