Il Governatore toscano apre un fronte con l’esecutivo centrale su Gkn, infrastrutture e vicenda Mps. “Vedere il Monte inghiottito da Unicredit con una trattativa che salta il territorio è inaccettabile”. E lancia l’idea di una black list per le multinazionali “cattive”
“Creare una black list che allontani dall’Italia i gruppi finanziari che si rendano protagonisti di atti come questo”. E’ la proposta del Governatore toscano Eugenio Giani che prende lo spunto dalla vicenda Gkn, dove il fondo finanziario internazionale Melrose ha deciso di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio con il conseguente licenziamento di 422 lavoratori. “Io ritengo – ha continuato il Presidente della Regione – che occorreranno anche modifiche alla nostra legislazione perché quando accadono fatti di questo genere comunque ci sia una sanzione”. Mercoledì in Prefettura a Firenze è in programma un ulteriore tavolo di crisi istituito dal Governo al quale parteciperà il viceministro allo sviluppo economico Alessandra Todde che ha seguito il caso in prima persona fin dai primi momenti, quando cioè la comunicazione di chiusura dello stabilimento è arrivata alle maestranze via mail, come via mail soltanto 24 ore fa è giunta a Palazzo Medici Riccardi la richiesta da parte di Gkn di sgombero della fabbrica.
Ma in queste ultime ore Giani ha anche aperto un fronte proprio con il Governo accusando l’esecutivo centrale di “scarsa attenzione verso la Toscana”. Il riferimento è non solo alla vicenda Gkn, ma anche ai ritardi sulle infrastrutture e all’acciaio di Piombino, al caso Mps e alla trattativa tra il Ministero e Unicredit che rischia di far sparire lo storico istituto bancario senese producendo nel contempo seimila esuberi dal punta di vista occupazionale. “Esiste una questione toscana che vale un tavolo con il governo. Vedere il Monte inghiottito da Unicredit con una trattativa – sottolinea – che salta il territorio e non considera il patrimonio di un Istituto che è capillarmente radicato nel Centro Italia, ma presente nell’intero Paese, non è accettabile. Il Monte dei Paschi è una banca che ha un forte valore sociale, oltre che economico, che sta nel rapporto secolare con il territorio di Siena e della Toscana e la notizia di una proposta di Unicredit al Tesoro per la sua acquisizione e incorporazione non può essere solo oggetto di valutazioni di mercato economico-finanziario. Come il Parlamento, anche la Regione e gli enti locali coinvolti devono essere messi, con tempestività, a conoscenza degli elementi concreti di una proposta che potrebbe portare alla perdita di migliaia di posti di lavoro, di un know-how di eccellenza e di un marchio storico unico. Tutto questo in una realtà, come Siena, che è già stata duramente provata da quanto avvenuto nel corso degli anni, con operazioni etero-dirette, l’ultima delle quali fu quella, malaugurata, dell’acquisto di Antonveneta”.