Il notissimo regista televisivo è scomparso probabilmente a causa di un attacco cardiaco. Aveva firmato trasmissioni cult come “Quelli che il Calcio” con Fabio Fazio e “Rockpolitik” con Adriano Celentano
Se n’è andato improvvisamente Paolo Beldì, notissimo regista televisivo conosciuto dal grande pubblico per aver diretto tanti importanti programmi televisivi e soprattutto le prime edizioni di “Quelli che il calcio”, il contenitore sportivo di Rai2 dedicato al campionato allora presentato da Fabio Fazio che aveva contribuito a creare veri e propri personaggi “cult” come l’esperto di statistiche Massimo Alfredo Giuseppe Maria Buscemi oppure Suor Paola la religiosa tifosissima della Lazio.
Ma Beldì era profondamente legato a Firenze per la sua passione sfegatata per la Fiorentina di cui era un sostenitore accanito. Ieri sera era attesa da un gruppo di amici per le 21 al circolo di Levo, una frazione di Stresa poco distante dalla sua abitazione per assistere alla partita dell’Italia. Gli amici non vedendolo arrivare si sono preoccupati e non sentendolo rispondere al telefono si sono diretti verso la sua abitazione di Magognino dove lo hanno trovato ormai senza vita probabilmente a causa di un attacco cardiaco.
Beldì, novarese, avrebbe compiuto 67 anni l’11 luglio. Figlio di Aldo Beldì, uno dei più importanti creativi di pubblicità negli anni del boom economico (suoi numerosi marchi tra cui il più celebre è quello dei “Pavesini”, aveva cominciato la sua attività nelle radio locali di Novara alla fine degli anni’70 per poi avvicinarsi al mondo televisivo grazie alla collaborazione con il regista Beppe Recchia. Fu proprio grazie a Recchia, nella grande emittente privata “Antenna 3 Lombardia”, che ebbe nodo di dirigere programmi condotti da Enzo Tortora e Walter Chiari. Dopo un passaggio in Finivest approdò in Rai all’inizio degli anni ’90. Oltre che con Fabio Fazio, per il quale era diventato il regista di riferimento, e con Simona Ventura, Paolo Rossi, Gene Gnocchi e Gianni Morandi, sue sono le trasmissioni “Svalutation”, “Francamente me ne infischio” e “Rockpolitik” con Adriano Celentano. Aveva firmato la regia anche di tre Festival di Sanremo. Nel 1995 era stato nominato “Novarese dell’anno” dal comune di Novara.