Su blocchi di cemento e chiodi adesso è stato installato un cordone. Bettini: “Soluzione d’emergenza per tutelare decoro e sicurezza del luogo”
La corda, o meglio cordonatura, l’hanno portata loro improvvisando un flash mob davanti all’ingresso principale della chiesa. Un modo molto efficace per esprimere il loro dissenso dopo l’inizio dei lavori di “protezione” del sagrato della Basilica di Santo Spirito e dell’abside laterale che stanno suscitando un vespaio di polemiche per via di quei blocchi di cemento e dei chiodi fiorentini conficcati sopra i quali più che proteggere sembrano deturpare il monumento realizzato dal Brunelleschi.
Sinistra Progetto Comune, l’Associazione Progetto Firenze (Massimo Lensi e Grazia Galli), Laura Lombardi e Tomaso Montanari si sono ritrovati così in piazza e hanno srotolato un lungo cordone che ha preso tutta la lunghezza del sagrato simulando così la cordonatura. “L’ultima decisione di Sindaco e Giunta su “decoro e antidegrado” è una toppa peggiore del buco, indecorosa e degradante – spiegano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi assieme a Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani consiglieri al Quartiere1 -. Su una proprietà pubblica, in una piazza pubblica, in cui la residenza vede ormai tutto lo spazio già “privatizzato” dai locali adesso abbiamo la novità della cordonatura anti-movida. Astraendo dalla complessità dei problemi un solo dettaglio, si fa finta di risolverlo, creando ulteriori problemi e spostandolo altrove: per di più mostrando tutta la cattiveria che si poteva tirar fuori, con piattaforme pericolose per gli spigoli aguzzi. Si insiste a non voler rendere i bagni gratuiti, nonostante l’emergenza sanitaria e pandemica: per anche solo lavarsi le mani, o per cambiarsi un assorbente, occorre consumare o pagare. Si tratta di un messaggio di chiusura, negativo e di cui il Sindaco deve rispondere a tutta la cittadinanza”.
Aggiunge Montanari: “Appare come una misura simbolica, perché questi cordoni per essere efficaci avranno bisogno di un costante apparato di repressione, ed è un simbolo del peggio: una città proibita, una città solo mercato e merce, nessuno spazio per i corpi, proprio nel momento in cui i corpi speravano di riprendersi la città. Firenze è una città non accogliente, è una città che accoglie soltanto il cliente consumatore, possibilmente danaroso. Non è una città fatta per una libera e spontanea aggregazione non di enti, ma di cittadini, anzi di umani. Gli umani pisciano, succede questo in natura, bisognerebbe considerarlo”.
Polemiche e prese di posizione, anche quelle dei residenti che continuano a chiedere a gran voce l’installazione di una cancellata leggera, però non fermano il Comune che va avanti come un treno in quella che ritiene essere la soluzione migliore a tutto il problema malamovida. “Si tratta di un dispositivo – replica la vicesindaco Alessia Bettini che si sta occupando in pratica a tempo pieno della questione – lo ricordiamo perché qualcuno pare averlo scordato, volto a tutelare il decoro e la sicurezza di questa parte delicata e importante di città, dopo episodi di ordine pubblico che l’hanno coinvolta e sui quali è stato necessario porre massima attenzione. Ogni aspetto di questo intervento è stato calibrato per venire incontro alla delicatezza del bene su cui stavamo lavorando ma, è bene ricordarlo, questo piano è dettato dalla necessità urgente e emergenziale di proteggere il sagrato, non è un’installazione per abbellire la piazza. Ci sono stati troppi episodi gravi, danneggiamenti alla struttura, imbrattamenti. Per noi è stato riprovevole vedere portone e sagrato spesso imbrattati, bivacchi, gente che orinava, quella totale mancanza di rispetto nei confronti di uno dei principali monumenti del Rinascimento”.
A Sostegno di Bettini si schiera il Pd con il suo capogruppo a Palazzo Vecchio Nicola Armentano il quale sottolinea che l’obiettivo è “favorire una fruizione corretta del sagrato, anche nuova, magari con un impegno ulteriore anche per favorire nuove forme di socializzazione rispettose degli spazi e di ciò che rappresentano, per imparare a viverli in modo giusto e civile. Chi pensa, come SPC, che proibiamo l’uso di questi spazi si sbaglia di grosso: vogliamo promuovere un loro uso corretto, sano e rispettoso”. Per Mimma Dardano (Lista Nardella) “Un conto è la voglia di recuperare contatti e vita dopo un anno difficile, un altro sono le immagini di caos e mancanza di civiltà che abbiamo visto prendere forma a Santo Spirito. Se per Sinistra Progetto Comune riprendersi la città vuol dire fare bivacchi o mancare di rispetto alla Basilica evidentemente abbiamo idee diverse di cosa voglia dire socialità. Quella messa in campo dall’amministrazione è una soluzione temporanea che vuole affrontare una problematica seria su cui i residenti della zona da tempo hanno chiesto grande impegno”.