L’operazione congiunta questa mattina tra il Comando provinciale dei Carabinieri e quello della Guardia di Finanza.
Pretendeva interessi di oltre il 300% da commercianti fiorentini e dell’hinterland in difficoltà. Ma la florida attività di un imprenditore 55enne già condannato per plurimi episodi di usura si è interrotta questa mattina grazie a un’operazione congiunta dei Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza che gli hanno confiscato una ventina tra conti correnti, libretti di deposito, carte prepagate, strumenti finanziari e polizze vita; 6 autoveicoli, 3 aziende – operanti nel settore della lavorazione delle pelli – con sedi a Reggio Calabria e Pisa; il 50% delle quote societarie di un’altra società del settore alimentare con sede a Catanzaro; nonché 8 immobili, tra i quali uno a Tenerife (Spagna). Il tutto per un valore di circa 2 milioni e 500mila euro.
I provvedimenti patrimoniali eseguiti traggono origine dall’operazione “Vello d’Oro” che nel febbraio 2018 aveva portato all’arresto di 14 persone tra la Calabria e la Toscana, per reati che vanno dall’associazione per delinquere all’estorsione, dal sequestro di persona all’usura, dal riciclaggio all’abusiva attività finanziaria, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti al trasferimento fraudolento di valori, anche con l’aggravante del metodo mafioso. In particolare si sono innestati su di una precedente indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Firenze, dott. Luca Tescaroli, e dal Sost. Proc. Dott.ssa Christine von Borries, ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Firenze Oltrarno, a seguito di una denuncia presentata da un’imprenditrice fiorentina finita da qualche anno nella rete dell’usuraio. In quel contesto le investigazioni, oltre a suffragare la denuncia iniziale, avevano permesso di individuare altri imprenditori vittime del medesimo reato con l’accertamento di episodi di concessione di prestiti a tassi superiori al 300% su base annua. In particolare si erano rivolti all’usuraio, costretti da problemi finanziari, sei titolari di bar, ristoranti e negozi pattuendo la restituzione dei prestiti con brevissima scadenza: tra uno e tre mesi. In esito alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza era venuta fuori la forte contraddizione tra il valore dei beni di cui aveva la disponibilità – anche per interposta persona – e il reddito dichiarato. Da qui l’emissione del provvedimento di confisca per “sproporzione”, prima volta di applicazione a Firenze.