Presentato alla Compagnia “Mi piace Spiderman e allora?”, il corto di Federico Micali che racconta come ai giorni nostri resistano ancora espressioni che connotano un universo al maschile e uno al femminile
“Oggi ho imparato una parola nuova, che credo abbia a che fare con l’impianto di alta fedelta: stereo, stereo-topi”. E’ tutta racchiusa in questa frase semplice e apparentemente ingenua della piccola Cloe che gioca sulle parole unendo roditori e Hi-Fi l’importanza di “Mi piace Spiderman e allora?” il corto realizzato dal regista Federico Micali sugli stereotipi di genere che viene presentato il 4 giugno al Teatro la Campagnia (ma la premiere è già esaurita) e proseguirà poi in estate con proiezioni nei circuiti all’aperto (forse anche agli Uffizi) per giungere infine a settembre nelle scuole e poi nelle piattaforme on demand nazionali.
La storia è semplice, ma proprio per la sua semplicità in grado di smascherare abitudini, espressioni e pregiudizi non solo duri a morire ma che sembra stiano riprendendo corpo. E la cronaca di questi ultimi giorni pare proprio pericolosamente confermare quest’ultima considerazione. Cloe è una bambina con una grande passione: quella per il superoeroe Spiderman, il nostro Uomo Ragno. Per il suo primo giorno di scuola come zainetto non può che scegliere quello del suo personaggio preferito e qui comincia tutto il suo viaggio con la scoperta che paradossalmente esiste un universo per i maschi e un altro per le femmine. Una divisione che parte dai vestiti e dai giocattoli per arrivare fino alla pubblicità, ai cartoni animati e alle parole usate nel nostro linguaggio quotidiano. Sintomatica a questo riguardo la scena con l’allenatore della squadra femminile di calcio che parlando degli “avversari” si rivolge alle stupite ragazzine dicendo loro che “li devono prendere per le palle”.
Il film è girato nella parte vecchia dell’Isolotto, quella a cui Micali è più legato e dove vive con la sua famiglia, con la collaborazione dell’Istituto comprensivo Montagnoli Gramsci. “Mi piace Spiderman e allora?” è scritto a quattro mani con la moglie Serena Mannelli e interpretato dalle loro due figlie Emma e Nora che impersonano Cloe a 7 e 12 anni. A produrlo è la fiorentina DNART The MOVIE che lavora nel campo dei servizi per i ragazzi tra intrattenimento ed educazione. Liberamente tratta dal libro omonimo di Giorgia Vezzoli, la pellicola più avanti sarà in fruizione gratuita sul web. “Queste tematiche – spiega Micali noto per il film sul cinema Universale, un documentario sui fatti drammatici avvenuti durante il G8 di Genova del 2001 e l’Ultima Zingarata con la partecipazione di Mario Monicelli e Gastone Moschin – me le sono ritrovate direttamente in casa. Gli occhi di una bambina diventano spesso la lente con cui un padre inizia a riscoprire il mondo che lo circonda. E così attraverso le domande e le osservazioni delle mie figlie mi sono ritrovato a meravigliarmi di un mondo fatto a compartimenti stagni in cui le bambine sono subissate da Cenerentole con annessi Principi Azzurri”.