Il Presidente del Consiglio Regionale replica all’attacco del Governatore toscano: “Primarie con dialettica, spirito positivo, senza lacerazioni”
Diavolo di un Pd. Nemmeno il tempo di rinserrare le fila dopo l’addio di Matteo Renzi, con la conseguente nascita del nuovo soggetto politico Italia Viva, e all’interno dei Dem è già cominciata la notte dei lunghi coltelli.
Obiettivo naturalmente le prossime elezioni regionali del 2020 e la ricerca di un candidato, possibilmente unitario, che raccolga il testimone di Enrico Rossi in scadenza di mandato e quindi non ricandidabile. Per la verità una candidatura autorevole già ci sarebbe, quella dell’attuale Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani che ancora a giugno aveva aperto i giochi battezzando davanti a un teatro Puccini stracolmo la nuova associazione “Laboratorio Toscana”, una sorta di fucina entro la quale raccogliere idee e proposte da trasformare poi in programma da sottoporre agli elettori.
Fra i due la simpatia non corre a fiumi, come è noto e anche abbastanza evidente. E nonostante Giani non ci pensi nemmeno a lasciare il Pd, Rossi ex transfuga rientrato nel partito in area Zingaretti ne ha approfittato subito per attaccare il numero uno di Palazzo del Pegaso.
“Mi pare – ha detto il Governatore – ci sia in un’area ampia di centrosinistra la volontà di cercare un nome alternativo a quello, rispettabilissimo, del presidente del Consiglio regionale, da molti però non condiviso. Penso che ci sia necessità ma anche unità in questo vasto mondo che non condivide il nome di Giani nel cercare un’alternativa in tempi rapidi”. Indicazioni per il momento non ne dà anche se i nomi ricorrenti sono i soliti: Stefania Saccardi (assessore alla sanità), Vincenzo Ceccarelli (assessore alle infrastrutture) e l’ex deputato Federico Gelli.
Così Giani, a margine della presentazione di un evento, ha voluto chiarire una volta per tutte la sua posizione: “Io sarò in campo – ha sottolineato – per primarie che devono avvenire con dialettica, spirito propositivo, senza lacerazioni, rispettando l’uno e l’altro. Ci sarà da un lato la corrente coordinata da Rossi e dall’altro la candidatura Giani”.
E poi ha aggiunto: “Per le Regionali rispetterò il percorso che il Pd farà per la ricerca del candidato unitario, e se questo non ci sarà prendo atto anche della valutazioni del presidente Rossi. Io nel Partito Democratico ci sono entrato nel momento costitutivo, lo sento come mia casa e non ne esco, ci sono e ci sto estremamente convinto. Il partito vivrà il passaggio della direzione nazionale di sabato prossimo dove presumibilmente si farà appello all’individuazione di una candidatura unitaria, potrei essere anche io per il mio spirito e per il consenso che ricevo dalla gente, dal sindaco del piccolo comune al semplice iscritto.
Il Pd è il partito che da sempre guida il governo riformista della Regione Toscana ed è evidente che ci sia anche la necessità di una dialettica che può trovare una convergenza unitaria o articolarsi in primarie fatte bene, senza alzare muri. Poi chi vince sarà il candidato governatore del Pd e chi non vince potrà partecipare alla squadra nel modo con cui il partito riuscirà a coordinare le posizioni di tutti”. Come dire: di un nuovo strappo in questo momento davvero non ce ne sarebbe bisogno.