Duro atto d’accusa di Arci e Acli che si sentono abbandonati dal Governo. “Decisione ingiusta prolungare la nostra chiusura fino all’inizio di luglio mentre sport, eventi e concerti all’aperto si apprestano a ripartire”
“Nonostante il miglioramento dei contagi e del complessivo contesto sanitario, è stato scelto di mantenere chiusi i centri culturali, sociali e ricreativi. I circoli della Toscana, come nel resto d’Italia, sono stati ancora una volta dimenticati e abbandonati dal Governo”. Acli e Arci, attraverso i loro presidenti regionali Giacomo Martelli e Gianluca Mengozzi tornano a far sentire la proprio voce all’indomani del nuovo decreto legge approvato dal Governo che stabilisce tutta una serie di riaperture. Ma non per i circoli che neanche stavolta hanno trovato ascolto.
“Si tratta di 1.500 sedi – dicono insieme – tra le varie province che attendevano un barlume di speranza e di uguaglianza nel trattamento rispetto alle altre attività. E’ una decisione ingiusta quella che traspare dal nuovo decreto legge e che di certo non riusciamo ad accettare. Si è scelto di prolungare fino all’inizio di luglio la crisi dei circoli, mettendo ancora in difficoltà migliaia di lavoratori”. Martelli e Mengozzi criticano con forza la decisione presa per sport, eventi, concerti all’aperto di riaprire.
“Saremo gli ultimi a ripartire – aggiungono ancora – e questi luoghi con assembramenti estremamente più numerosi dei nostri avranno la possibilità di ricominciare prima. Uno schiaffo alla nostra storia che da sempre è sinonimo di legame con la cittadinanza, di cultura e aiuti sul territorio a livello sociale grazie a numerosi volontari che vivono queste case. Il Terzo Settore, tra i pilastri della regione e del Paese, non può essere lasciato da parte. La Toscana ospita una rete straordinaria di piccoli e medi centri che la pandemia ha messo in ginocchio, causando debiti enormi. I nostri circoli però non possono riaprire solo per una questione giuridica, non perché manchino le condizioni igienico sanitarie e la garanzia di sicurezza. Abbiamo sempre rispettato ogni normativa e gli accessi sono limitati ai soci, di cui è semplice tenere un registro degli accessi. Ci auguriamo di avere una svolta al più presto, già con i prossimi decreti. Ora che si inizia a vedere la fine del tunnel della pandemia – concludono i presidenti – è opportuno salvaguardare quelle strutture indispensabili nel gestire le gravi conseguenze sociali ed economiche che affliggono le fasce di popolazione più vulnerabili”.