L’iniziativa di Firenze Città Aperta, con loro anche i consiglieri di SPC Antonella Bundu e Dmitrij Palagi. “Non c’è attenzione alla crescita della povertà e alla crisi di tutti i settori economici”
Comprendere meglio i bisogni dei cittadini dopo un anno di Covid-19 e perché no riappropriarsi anche del territorio magari approfittando del bel tempo, della giornata di sole e compiendo una serie di “giri” in alcuni luoghi simbolo di Firenze per capire cosa nel frattempo è cambiato con la pandemia. E’ l’iniziativa di Firenze Città aperta che oggi ha dato il via a una prima serie di passeggiate per San Lorenzo, Sant’Orsola, piazza Indipendenza e Sant’Apollonia. Con loro oltre ad alcuni rappresentanti di quartiere anche i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi. In sostanza, sostiene FCA, la pandemia ha bloccato e desertificato la città, ma “le dinamiche della svendita sistematica di Firenze a vantaggio del capitale immobiliarista e dell’overtourism sono tutt’altro che battute”.
Per non tornare al dunque al ‘come eravamo’ “in attesa dell’ospite illustre, il turista, lo studente benestante, le multiproprietà della rendita” secondo Firenze Città Aperta serve ripercorrere luoghi simbolo della città, spazi tolti alla cittadinanza o, al contrario, spazi che potrebbero e dovrebbero tornare pubblici e di pubblica utilità. “In città – conclude il gruppo poltiico – non c’è l’attenzione adeguata alla crescita della povertà e alla crisi di tutti i settori economici. Non solo, la crisi e la perdita dei posti di lavoro è pesantissima, anche negli altri settori. Per questo abbiamo lanciato questa serie di passeggiate, partendo dalla zona del Mercato di San Lorenzo, per poi passare a Sant’Orsola – la cui trasformazione con “l’artigianato di qualità” ci sembra essere un’operazione troppo simile a quanto avvenuto nel recente passato – e piazza Indipendenza, concludendo in Sant’Apollonia, dove va avanti un’importante esperienza di partecipazione dal basso. Fra circa un paio di settimane annunceremo un secondo appuntamento”.
Aggiungono Bundu e Palagi: “Siamo partiti da una parte di Firenze dove la Giunta nega esserci un problema di spopolamento, nonostante abbia annunciato un nuovo censimento per il centro storico per il quale non c’è abbastanza personale. Per noi la scelta deve essere chiara: si vuole lasciare questa parte della città al turismo, magari esclusivamente di lusso, o farla tornare a vivere di popolazione residente? Si vuole costruire tutto sulla retorica della sicurezza al singolare, o discutere di sicurezze al plurale, a partire dalle tutele sociali e dai diritti spesso negati di chi vive sempre più isolato?”.