La riproduzione del sontuoso vestito raffigurato nel dipinto dell’artista veneto è entrata a far parte dei costumi del Corteo della Repubblica grazie a un corso di sartoria promosso da OMA. Lo indosserà la capogruppo Natascha Ferrucci
Il sontuoso abito raffigurato nel quadro “La bella di Tiziano” da ieri è entrato a far parte dei costumi del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina. Lo indosserà la capogruppo delle Madonne Fiorentine, Natascha Ferrucci. La riproduzione della veste, indossata da una sconosciuta nobildonna ritratta dall’artista veneziano nel dipinto della metà del Cinquecento, arrivato a Firenze con Vittoria della Rovere, è stata presentata allo spazio NOTA di via dei Serragli dove si è anche tenuto il corso di sartoria promosso dall’Osservatorio Mestieri d’Arte grazie al contributo di Fondazione CR Firenze e dello stesso OMA.
Nove i partecipanti perlopiù professioniste di età compresa tra i 29 e i 55 anni. Durante il corso sono stati cuciti e assemblati i pezzi dell’abito già tagliati in precedenza. Il lavoro più complesso è stato realizzare le maniche, composte da circa 30 pezzi fra bordi di velluto, ricami, fiocchi e sbuffi, e il corpetto che consentiva di lavorarci soltanto a turni. L’abito è stato confezionato in tempi 4 giorni e mezzo di lavoro grazie anche al livello avanzato delle sarte. Il tessuto originale era damasco che però è stato sostituito con una stoffa misto seta usabile in tutte le stagioni stagioni.
“Si tratta di un’opera di grande livello che va ad arricchire il patrimonio delle Tradizioni Popolari di Firenze – ha detto Michele Pierguidi, Presidente del Calcio Storico Fiorentino e consigliere speciale alle tradizioni popolari – ed è un dono prezioso per dare risalto a una componente di primo piano del Corteo della Repubblica, quella delle Madonne Fiorentine”.
I gioielli invece sono stati prodotti da Riccardo Penko e sono composti da orecchini, in argento dorato, realizzati completamente a mano, secondo le antiche tecniche della tradizione orafa fiorentina. La catena a maglie intrecciate in lega dorata compone un motivo asimmetrico e irregolare, sia per il numero degli elementi che per la loro lunghezza. Le maglie sono lavorate con la tecnica del “cesoro”. La cintura in stoffa è stata impreziosita con sette cerchi dorati e traforati con motivi geometrici ispirati al Rinascimento. Ogni anello è diverso dall’altro per creare movimento all’intera cintura.
“La donazione di quest’abito – ha detto Oliva Scaramuzzi, Consigliera di Fondazione CR Firenze – acquista oggi un significato importante di valorizzazione delle tradizioni popolari in un momento in cui la pandemia ha limitato le manifestazioni rievocative che rappresentano il cuore pulsante della memoria storica. Questa iniziativa è stata un’occasione importante di specializzazione sul tema della sartoria che siamo lieti abbia riscontrato un grande interesse. È anche il segnale di un efficace lavoro di squadra fra le varie realtà del territorio per dare opportunità lavorative ai giovani. Siamo infatti consapevoli che il valore del nostro passato unito alla creatività propria delle nuove generazioni riescono a tramandare quella bellezza del fatto a mano che è una delle grandi risorse per la rinascita del Paese”. Un grazie particolare a tutti i soggetti coinvolti e alla docente Vittoria Valzania è venuto da Giovanni Fossi vicepresidente di OMA: “I mestieri d’arte – ha concluso – stanno vivendo un momento difficile a causa della pandemia e l’approfondimento laboratoriale si presenta come una preziosa opportunità di crescita per i professionisti oppure di avvicinamento a nuove pratiche”.
Tutte le foto del presente articolo sono di Stefano Casati