Si tratta di Alessandro Rossi, 60 anni, allontanatosi volontariamente da una struttura di Bologna specializzata in trattamenti riabilitativi dove si trovava ospite. La brillante indagine condotta dai Carabinieri di Borgo San Lorenzo
Appartengono a un uomo di 60 anni scomparso il 1° ottobre del 2019 a Bologna i resti ritrovati in un bosco di Pietramala (Firenzuola) nell’aprile 2020. Oggi a quasi un anno di distanza i Carabinieri della Compagnia di Borgo San Lorenzo, con il supporto della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Firenze, al termine di una complessa attività informativa-investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, sono riusciti a dar loro un nome.
Si tratta di Alessandro Rossi, ospite di una struttura specializzata in trattamenti riabilitativi sanitari, il cui allontanamento volontario era stato segnalato il 30 settembre 2019. La ricerca dei militari dell’Arma si è concentrata sulle persone scomparse nel 2019 e 2020 e censite nella banca dati. Ma con un’attenzione a un particolare molto importante: le calzature indossate dall’uomo e rinvenute all’epoca durante il sopralluogo dai Carabinieri della
Stazione di Firenzuola. I militari sono così risaliti al periodo in cui quel tipo di scarpe è stato messo in vendita, febbraio 2019, e successivamente hanno individuato tutti gli scomparsi delle Province di Firenze e Bologna in quei mesi. La loro attenzione a un certo punto è stata catturata da una segnalazione, inserita dalla Stazione Carabinieri di Bologna Indipendenza il 1° ottobre 2019, che riportava l’allontanamento volontario di un uomo avvenuto nella mattinata del giorno prima.
Analizzando le descrizioni fornite all’atto della presentazione della denuncia, i Carabinieri hanno così acquisito una serie di riscontri con quanto raccolto in sede di sopralluogo al momento del rinvenimento del corpo. Il giorno dell’allontanamento Rossi indossava effettivamente un paio di scarpe ginniche di colore grigio chiaro. Anche il resto dell’abbigliamento è risultato del tutto simile a quello descritto in precedenza dai familiari, nonostante gli agenti atmosferici lo avessero logorato. I Carabinieri della Stazione di Bologna-Indipendenza, informati da quelli di Firenzuola, hanno quindi mostrato questi capi ai familiari. Gli stessi, pur non riuscendo a riconoscerli, hanno però fornito elementi essenziali per l’identificazione. In particolare una radiografia dell’arcata dentaria fatta nel 2012 e acquisita dall’Ospedale Bellaria di Bologna decisiva per l’identificazione finale. Con tutti questi elementi a disposizione la Procura della Repubblica di Firenze ha quindi concesso il nulla osta al seppellimento della salma attribuendo il decesso dell’uomo a causa naturale indeterminata.