Poco più di un anno fa l’acquisizione del celebre archivio fotografico da parte della Regione. Oltre 5 milioni di pezzi che presto saranno a disposizione di tutti
Oltre cinque milioni di pezzi in totale, di cui più di 4.590.000 costituiti da materiale fotografico di vario tipo (negativi in bianco e nero su pellicola, negativi su lastra, dagherrotipi, fotografie sciolte e in cornice, calotipi, album d’epoca). E poi ancora libri e riviste della biblioteca, pezzi della stamperia d’arte e naturalmente oltre 400 apparecchi fotografici.
La Fondazione Alinari per la Fotografia si è presentata alla città poco più di un anno dopo l’acquisizione da parte della Regione del preziosissimo archivio, che rischiava di venire disperso e smembrato, al termine di un’operazione di politica e investimento culturale tra le più importanti degli ultimi anni. Con un unico e principale scopo: renderlo fruibile e accessibile a tutti nella sua nuova sede a Villa Fabbricotti in via Vittorio Emanuele che sarà pronta a breve.
La nuova vita della Fondazione è stata illustrata al Teatro La Compagnia dal suo presidente, Giorgio van Straten, e dal suo direttore Claudia Baroncini. “Un archivio va, prima di tutto, conservato e valorizzato – ha detto van Straten –. E da qui siamo partiti con il nostro primo progetto sul restauro e la digitalizzazione dei dagherrotipi della collezione che ha partecipato al bando del Ministero ottenendo il contributo più alto. Su questa strada continueremo, anche per il grande interesse mostrato per questo aspetto della nostra attività dalla Fondazione CR Firenze. Ma sarebbe sbagliato considerare il patrimonio fotografico della fondazione solo un insieme di oggetti d’arte. Le fotografie sono uno strumento per raccontare il mondo del passato e quello del presente, e questa idea di racconto sarà alla base di molte nostre iniziative”.
Tra i tanti progetti per il futuro, in attesa di avere Villa Fabbricotti a disposizione, c’è quello di uno spazio in cui poter esporre parte della collezione e organizzare mostre temporanee. “Uno degli obiettivi principali – aggiunge Baroncini – è raggiungere e coinvolgere nelle proprie attività il pubblico, il più ampio e variegato possibile, attraverso programmi educativi per le scuole, le famiglie e gli adulti, e progetti di mediazione culturale per le comunità, che rendano accessibile e comprensibile a tutti il patrimonio Alinari. L’ambizione è anche trasformare l’archivio in un luogo di formazione sulla fotografia: autorevole, vivace e di rilievo, mettendo a disposizione di studenti, professionisti e appassionati materiali, strumenti, conoscenze e competenze”.
La Regione nel dicembre 2019 ha acquistato l’intero patrimonio analogico adesso conservato nei magazzini di massima sicurezza della Art Defender di Calenzano. Ma si è aggiunta anche una nuovissima parte digitale che comprende quasi 260mila immagini e riproduce positivi appartenenti a fondi e collezioni Alinari fruibili sul sito www.alinari.it. “Oggi – ha concluso il presidente della Regione Eugenio Giani si apre ufficialmente un capitolo tutto nuovo di una grande storia. La Fondazione Alinari per la Fotografia restituisce vita a un patrimonio fotografico di inestimabile valore, sia sul piano storico che culturale, a livello regionale, nazionale e internazionale. Siamo in grado di mettere a disposizione di tutti, il racconto di 150 anni della nostra storia attraverso documenti di grande pregio e di grande bellezza e promuovere la conoscenza di un patrimonio che è una fonte storica unica”.