La pioggia delle scorse settimane ha riproposto un problema che si pensava risolto con un intervento da 350mila euro da parte del Comune. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto, così umidità e condense si sono ripresentate
Non solo il degrado portato da spaccio e malamovida sul sagrato e sulle scalinate adiacenti. Adesso contro la Basilica Santo Spirito ci si è messa anche la pioggia. Già perché dopo oltre un anno di lavori nella cappella dove è custodito il Crocifisso di Michelangelo continuano le infiltrazioni d’acqua. E la pioggia battente delle scorse settimane non ha dato certo una mano, anzi ha riproposto in maniera drammatica una situazione che si pensava essere risolta.
Gli interventi di restauro della cupola sono partiti a primavera 2017 con una spesa da parte del Comune di 350mila euro. Ma dopo oltre un anno di cantiere appunto qualcosa deve essere andato storto perché l’acqua continua a passare e a produrre condensa. All’epoca, in seguito a ispezioni dei servizi tecnici e delle Belle arti, erano state rilevate fessurazioni che richiedevano un restauro con messa in sicurezza della copertura e dei paramenti lapidei interni. La cupola infatti era stata oggetto di un rilievo tridimensionale dello spazio con acquisizione laser delle immagini, in modo da avere un documento fondamentale per la conoscenza del bene.
Come documentato dalle foto che proponiamo però il problema non è stato affatto risolto. Anzi, si è presentato nuovamente. Padre Giuseppe Pagano, priore degli Agostiniani che da sempre reggono la Basilica, allarga le braccia sconsolato e sottolinea che non si tratta di un problema nuovo. Ulteriori interventi sono stati eseguiti ma per adesso non hanno portato a nulla e le condense continuano a formarsi come le gocce d’acqua continuano a cadere sul pavimento. “So che il comune – dice – si sta interessando della questione e speriamo che tutto questo si possa risolvere a breve. Comunque il Cristo di Michelangelo è lontano dalle infiltrazioni”.