Il capogruppo FdI: “Disagi per gli abitanti a causa del mancato completamento”. L’assessore: “I lavori stanno andando avanti: termine ad aprile”
“Disagi evidenti per gli abitanti a causa del mancato completamento dell’ultimo tratto del bypass di Mantignano e Ugnano”. “No, invece i lavori stanno andando avanti”. E’ un vero botta e risposta quello andato in scena fra Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio, e l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti. Argomento del contendere proprio la lunghezza infinita delle opere di realizzazione del sottopasso di Mantignano, 300 metri in tutto che stentano a vedere la fine.
“Manca solo questo pezzo – spiega Draghi – per collegare Mantignano all’Isolotto ma dopo un anno di annunci, rimane la chiusura di via dell’Argingrosso che causa notevoli disagi anche perché la deviazione conduce i veicoli verso via San Bartolo a Cintoia attraverso una curva a gomito e in una strada particolarmente stretta che termina con un incrocio pericoloso, via Simone Martini. Mi è stato riferito che non ci sono operai da più di un mese”.
A strettissimo giro di posta la replica di Giorgetti che sottolinea come lo scorso venerdì abbia personalmente effettuato un sopralluogo al cantiere per rendersi conto della situazione trovando le maestranze regolarmente al lavoro. “Invito il consigliere Draghi – a verificare con più attenzione le segnalazioni dei cittadini. “I lavori del bypass di Mantignano sono complessi e i ritardi che si sono verificati sono legati proprio alle difficoltà esecutive dell’opera soprattutto per quanto riguarda gli aspetti idraulici e alle condizioni meteorologiche”.
Gli interventi per il bypass hanno anche comportato, secondo quanto richiesto dal Genio Civile della Regione, la realizzazione di un tombino per dare continuità al Fosso degli Ortolani e il completamento dell’intervento fino a via Canova (rotatoria di via Canova e tratto di collegamento tra la stessa rotatoria e il ponte esistente, con l’adeguamento del tratto via dell’Argingrosso). In particolare per realizzare il tombino (uno scatolare in cemento armato lungo circa 50 metri con un alloggiamento dei meccanismi di chiusura idraulica in caso di piena) è stato necessario prima realizzare un argine provvisorio, poi demolire il vecchio argine e infine procedere al suo rifacimento con la nuova struttura. “A oggi – conclude Giorgetti – il cronoprogramma prevede di completare le opere nel mese di aprile: si tratta di lavori complessi che hanno dovuto fare i conti anche con le problematiche legate al meteo e all’emergenza sanitaria: comunque i nostri uffici e anche io personalmente andiamo a controllare i cantieri”.