Il 22 luglio 1952 nel salone da musica e ballo di Palazzo Pitti prendeva il via la stagione della moda Made in Italy. Oltre 300 compratori da tutto il mondo ne decretarono il trionfo e videro il debutto di Krizia e Valentino, Biki e Ferragamo, Armani e Balestra
Il 22 luglio 1952 per la prima volta la Moda Italiana sfilava nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze: un evento storico che recava la firma di Giovanni Battista Giorgini e che una trentina di anni dopo (non senza polemiche aspre) sarebbe traslocato a Milano, poi diventata la capitale della moda italiana, e Roma anche se in maniera non continuativa ma con gli indimenticabili anni dei defilé che avevano come passerella la scalinata di Trinità dei Monti. Ma tutto era iniziato lì, nel salone da musica e ballo più prestigioso della città, in un sofisticato e festoso contesto che univa ricerca e intrattenimento. Giorgini proponeva per la prima volta un approccio alla moda a 360 gradi. Dalla ricerca della location agli eventi post show, come il ballo di Gala nell’incantevole Giardino di Boboli: insomma nel 1952 Giorgini definiva il moderno concetto di lifestyle. I 70 anni da quella prima sfilata sono stati ricordati nella sede di Polimoda nel corso di una conferenza alla quale hanno partecipato il Presidente di Polimoda, Ferruccio Ferragamo; il Presidente della Palazzo Feroni Finanziaria, Giovanna Gentile Ferragamo; l’Amministratore Delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, e il Presidente dell’Archivio Giorgini, Neri Fadigati.
“È un onore poter ospitare a Polimoda questa celebrazione” spiega il Presidente di Polimoda Ferruccio Ferragamo. “Firenze è stata culla del Made in Italy grazie all’intuizione di Giovanni Battista Giorgini, qui è nata una nuova concezione della moda e quello stile italiano che ci invidiano nel mondo. Quale miglior luogo per accogliere questa ricorrenza di una fucina di talenti come questa scuola? In un continuum tra passato, presente e futuro, restano il talento emergente e la creatività a dare un nuovo impulso al nostro settore, oggi come allora”.
Sul Los Angeles Times, Fay Hammond, grande firma del giornalismo di moda americano, raccontando della sfilata, scrisse: “La sede più raffinata del mondo per le sfilate è la magnifica residenza rinascimentale dei più grandi rivali degli Strozzi. Compratori e stampa, attraversando l’incantevole “Città dei Fiori” fino a Palazzo Pitti, dove la Moda passa in una parata quasi ininterrotta di collezioni, hanno la possibilità di vedere da vicino i modelli e di avere un travolgente esempio di ineguagliabile ospitalità italiana.” La presentazione, seguita da oltre 300 operatori provenienti da tutto il mondo, decretò il definitivo trionfo della Moda Made in Italy. Nel 1954 fu fondato il Centro di Firenze per la Moda Italiana, presieduto da Mario Vannini Parenti e, da quello stesso anno, affreschi e specchi della Sala Bianca videro il debutto di Cesare Guidi, Irene Galitzine, De Barentzen, Sarli, De Luca, Lancetti, Ken Scott, Balestra, Krizia, Biki, Ferragamo, Valentino, Armani e molti altri.
Giocosa e funzionale, la “nuova” Moda Italiana non si basava meramente sulla componente estetica, ma anche e soprattutto su un esteso bagaglio di valori, motivo per cui Giovanni Battista Giorgini era costantemente alla ricerca di nuovi designer che esprimessero, tramite i vestiti, gli ideali e i cambiamenti sociali.
“Esistono tanti elementi che legano Pitti Immagine a quella prima sfilata in Sala Bianca”, aggiunge Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. “Il primo evidente legame è il nostro nome, che, a partire dalla fine degli anni Ottanta, tracciò una linea di continuità tra formati diversi eppure coerenti di promozione della moda italiana a livello internazionale. Quel nome sollevava anche un’implicita associazione tra luoghi storici della città (Palazzo Pitti, Fortezza da Basso) che, in epoche diverse, avevano offerto e offrivano il proprio straordinario segno architettonico e simbolico alle dimensioni estetiche, commerciali e di comunicazione della moda. E naturalmente c’è la scommessa, la fiducia, nelle nuove generazioni, nei nuovi talenti creativi, che accomuna le due esperienze e che il Polimoda ha generosamente messo in evidenza con questa iniziativa”. Inventore di un approccio lifestyle, sostenitore e ricercatore di nuovi nomi, creatore di una moda italiana contraddistinta da colori vibranti, stampe giocose, capi dalla sartorialità funzionale e riflesso dei valori culturali della società, Giorgini fu un vero visionario della moderna concezione del settore moda.
In occasione dell’anniversario l’Archivio che porta il suo nome ha digitalizzato in alta definizione una selezione di circa 1.500 documenti, tra fotografie, lettere, inviti, programmi e materiali stampa. Partendo da qui, Polimoda e Gruppo Editoriale hanno realizzato un volume che verrà presentato il prossimo settembre e racconta per la prima volta la complessa e articolata figura di Giorgini: dagli esordi nel mondo dell’export nel 1922 fino al 1965, anno della sua uscita di scena dalle sfilate alla Sala Bianca.
“Ricordare a Polimoda i 70 anni della prima sfilata in Sala Bianca significa unire passato e futuro, uno dei punti di forza della visione di Giorgini e oggi uno dei nostri obiettivi” afferma Neri Fadigati, Presidente dell’Archivio Giorgini. “Nel 1961 Giorgini scrisse: Il nostro compito è quello di mettere in moto le cose, cercando di rinvigorirle con una dedizione senza riserve. Perché dobbiamo pensare ai giovani che, domani, dovranno giustificare questa nostra fatica e sentirsi spronati a migliorarla”.